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Questo volume rielabora materiali dal convegno “Mezzogiorno e Mediterraneo: imprese, innovazione e sviluppo” (ACHII e CRESM, Palermo, 2023). Guardando dal Mezzogiorno, in una logica di sviluppo e di democrazia, l’intenzione è multipla: incrinare il nostro isolamento mediterraneo (causato ad un tempo da ragioni storiche di lungo periodo e dall’imbottigliamento nord-sud, tipico del nazionalismo italiano, e di quello europeo); acquisire la lezione storica di “la pensée de midi”; aprirsi la strada in altre direzioni (incluse quelle semitiche – ebree e musulmane); riproporre il proprio punto di vista e rilanciarlo, soprattutto tramite gli “italici” del mondo – da Audisio e Tamburri, a quelli dell’intero Occidente ed oltre.
Tramite due piccole tradizioni ormai centenarie, il presente lavoro intende “ripescare” un antico fil rouge libertario mediterraneo per cominciare ad esplorare il nostro futuro.
Il Mediterraneo contemporaneo ha un gran bisogno di “ritrovarsi” nelle sue tante caratteristiche seducenti, naturali ed umane – come “mare di mezzo” tra terre europee, africane e mediorientali; come luogo privilegiato d’intera- zioni fruttuose di benessere, democrazia e giustizia sociale; come alternati- va alle miserie della vita moderna e del degrado ambientale.
Nel dialogo in proposito tra “la pensée de Midi” ed “il nostro Mezzogiorno” che ormai si avvia, il presente lavoro riesamina criticamente un ampio spac- cato di ricerche e di pratiche pubbliche per l’emersione, la legalizzazione e la valorizzazione del lavoro e delle piccole imprese meridionali. Soprattutto perché, acquisito un bandolo dell’ingarbugliata matassa, tale “giacimento” risulta straordinariamente ricco per impostare in modo corretto la battaglia culturale e politica mediterranea che oggi ci attende..
Luca Meldolesi (a cura di), Rubbettino, 2021 No, cari Signori: i problemi di sviluppo, di democrazia e di tanti altri urgenti desiderata non sono affatto risolti a Mezzogiorno (Mezza-europa, Mezzo-mediterraneo, Mezzo-pianeta… ed oltre!). Il presente lavoro testimonia come un quarto di secolo fa in Campania e poi…
Luca Meldolesi, Rubbettino, 2021 Questo libro è scaturito da una lunga vicenda. Nel 1976 un noto economista, Tibor Scitovsky, pubblicò The Joyless Economy (L’economia senza gioia) riferendosi al consumismo delle nostre società occidentali. Pur apprezzando tale contributo, Albert Hirschman sostenne in seguito (nel 1982) che siamo…
I testi di Luca Meldolesi qui raccolti sono scaturiti nel tempo, a partire dall’incontro ormai storico con Albert Hirschman a Princeton NJ nella lontana primavera del 1983. Vengono riuniti in due parti: la prima – “In lotta con me stesso” – testimonia il grande, emozionante cambiamento d’orientamento che la collaborazione con Fernand Braudel a Parigi e poi l’intenso lavoro dell’autore con Albert Hirschman “provocarono”. La seconda riguarda invece la riflessione teorico-economica hirschmaniana che Meldolesi intraprese a metà degli anni Novanta del secolo scorso con un folto gruppo di allievi e di collaboratori per lo sviluppo del Mezzogiorno, accompagnata da osservazioni successive che giungono fino a noi. Presi insieme questi scritti mostrano l’attualità del titolo del volume: quell’ “eppur si può!” quelle “istruzioni per l’uso” che testimoniano la complessità, ma anche la straordinaria seduzione di un lavoro d’innovazione intellettuale, produttiva e sociale di lunga lena che è possibile sviluppare in una delle zone a più elevato scrigno di cultura accumulata a livello popolare (e quindi a più alto potenziale di incivilimento) del pianeta.
Questo volume raccoglie una ventina di testi di varia origine che riguardano esperienze pratiche di persone che si riferiscono a “Federalismo democratico” e all’Istituto Colorni-Hirschman. E sono pratiche “possibiliste” perché nel loro svolgersi questi protagonisti – imprenditori, cooperatori, amministratori pubblici, dirigenti, consulenti – hanno reinventato e reinterpretato alcuni elementi fondamentali della prospettiva possibilista, elaborata da Colorni e Hirschman, e appresa nell’insegnamento di Luca Meldolesi e Nicoletta Stame. L’attenzione del libro è focalizzata sul come quegli elementi sono via via fatti vivere nella pratica, in situazioni nuove, in cui ciascuno ha dovuto fare appello alle proprie convinzioni (ridurre lo slack, allargare le alternative, trasformare le difficoltà in opportunità, aver fiducia nelle persone) e al tempo stesso combattere con sé stesso (alzare l’asticella, superare il senso di inadeguatezza di fronte alle difficoltà, ma anche essere modesti). Da questo modo di fare emergono lezioni sorprendenti. Intanto, che tutto questo avviene in un Sud che sa riconoscere i propri problemi e affrontarli in modo costruttivo, senza cadere nell’autodenigrazione, o peggio nella richiesta di assistenzialismo, ma teso a un risultato di effettivo cambiamento: sia quando si tratta di problematiche territoriali tipiche del Sud (le cooperative che gestiscono i beni confiscati; il lavoro nei quartieri del centro storico di Napoli) sia quando si affrontano temi generali (l’imprenditorialità, l’innovazione) sapendo di dover far fronte a condizioni più svantaggiate: in tutti i casi raddoppiando lo sforzo e offrendo esempi del raggiungimento di risultati validi per tutti. Passare dalla “fracasomania” alla capacità di ragionare anche sugli insuccessi per trovare vie alternative di sviluppo. Sembra quasi che partire da situazioni più difficili abbia spinto questi “possibilisti pratici” a uno sforzo più approfondito per capire come modificare comportamenti accomodanti radicati ovunque: all’interno delle amministrazioni pubbliche, nelle imprese, nei rapporti interpersonali. Questo porta anche a reinterpretare il proprio ruolo professionale, sia di chi si comporta diversamente da come tale ruolo è normalmente agito (l’imprenditore “disequilibratore seriale”, la valutatrice che parte dai territori e non dai finanziatori dei programmi), sia a inventarsi una nuova professione: il “manager di prossimità”, la “commercialista di strada”. Oppure ad avere il coraggio di andare contro la più ovvia “soluzione tecnica” e prendere decisioni favorevoli ai territori e ai soggetti amministrati. Si tratta di un punto di arrivo di tante esperienze condotte separatamente, seppure attraversate da un filo comune, e che lasciano preludere a una riflessione più matura sui possibili sviluppi di questo lavoro a partire dal Sud.
«Meldolesi ci ha fornito una rappresentazione comprensibile, stimolante e ammirata della visione del mondo di Hirschman […] Questo è un libro che espanderà la mente di chiunque – studente o insegnante, economista, politologo, sociologo o storico – che abbia incontrato Hirschman prima, peraltro brevemente, […] ed è stato incuriosito da una delle menti più originali dell’economia». Michael Roemer, Università di Harvard, Journal of Economic Literature, 1996
«È un compito impegnativo scrivere una biografia intellettuale di qualcuno il cui pensiero è ricco, sottile e sovversivo come quello di Albert Hirschman. Luca Meldolesi ha raggiunto un risultato che dimostra la ricchezza, la sottigliezza e la sovversività del pensiero di Hirschman in proporzioni pressoché uguali e con un affetto e un rispetto che tutti condividiamo. Ha una conoscenza enciclopedica delle opere di Hirschman, 191 delle quali sono elencate in bibliografia». Rosemary Thorpe, The Latin American Centre, Oxford, The Economic Journal, 1997