Democratizzare la Russia?

Democratizzare la Russia?

Sono mesi ormai che ci troviamo di fronte alla tragedia dell’invasione russa dell’Ucraina – una tragedia che riempie quotidianamente le nostre case di immagini terribili d’immani distruzioni: di piccoli, di famiglie, di soldati, di abitazioni, di attività produttive. E’ la logica della terra bruciata alla Gengis Kahn: la barbarie più estrema.

Non vale la pena di rimuginarci su – mi dice un amico. Tanto non possiamo farci nulla.

Non sono d’accordo! Non basta sostenere gli aggrediti. Pur nel nostro piccolo, dobbiamo capire ed agire. Procedo per punti.

Primo: si parla di crimini di guerra. Certo, se non sono questi i crimini contro le popolazioni civili, quali sarebbero? E’ importante documentarli e condurre i responsabili di fronte ai tribunali internazionali che pur esistono.

Giusto – risponde il mio interlocutore. Ma quelle leggi non sono state recepite dalle superpotenze, cosicché un enorme sforzo di documentazione finirebbe probabilmente in una bolla di sapone. E’ stato così in passato per molte “imprese” americane, perché non dovrebbe esserlo per queste russe?

Concesso! Converrai però che chi si è battuto contro le prime (fin dalla guerra del Vietnam) non può rimanere con le mani in mano di fronte a quella russa dell’Ucraina (che peraltro viene al pettine dopo la Cecenia, la Georgia, la Siria) o al “trattamento” (chiamiamolo così in modo eufemistico) riservato agli Uguri in Cina. I crimini sono crimini: non dobbiamo assuefarci all’orrore. Mai! In nessuna occasione…

Piuttosto, dobbiamo renderci conto che quel poco di gestione collettiva delle cose umane rappresentata dal’ONU (e dagli accordi regionali come l’UE) va sempre sostenuta e difesa, anche in opposizione alle rivalità tra le grandi potenze (a quelle tra i loro clientes ecc.). Piuttosto, dobbiamo prendere atto che esiste al mondo un dualità generale di pensiero assai preoccupante: quella della rivalità e del dominio da un lato e quella (scaturita a fatica da due guerre mondiali calde ed una fredda) che vorrebbe superare quell’impasse tradizionale nazional-imperialista a favore, se non altro, della sopravvivenza e dei diritti dell’uomo.

Sì, d’accordo! Ma l’invasione dell’Ucraina mostra giorno dopo giorno che la forza bruta continua ad avere un ruolo chiave: sia dal lato della guerra, sia da quello dei crimini di guerra. Non è solo una scelta di Putin o del governo russo. Perché, a quanto pare, continua ad essere appoggiata, quella decisione, dalla grande maggioranza della popolazione russa.

E’ questa senza dubbio una constatazione amarissima su come stanno effettivamente le cose. Ricorda il comportamento del popolo tedesco durante il nazi-fascismo. Rappresenta una specie di “sindrome di dominio” che ha radici storiche secolari (nello zarismo), che spiega (anche lo stalinismo sterminatore, tra i tanti misfatti, di milioni di kulaki ucraini), e che si ripropone ora pericolosamente ad ondate successive; tanto che – dobbiamo confessarcelo – ha messo ormai nel mirino la stessa Europa occidentale.

Naturalmente, non ho la sfera di cristallo per prevedere come andranno le cose. E’ possibile, come discutono gli esperti, che la guerra diventi endemica, oppure che, come effetto delle circostanze, si trovi una formula di compromesso temporaneo. Ma se, come è probabile, quella spinta al dominio si riproporrà (via Ucraina o altro interposto stato europea), con ogni probabilità si troverà di fronte oppositori più preparati – sia sul piano militare, sia su quello energetico. Per questo ha ragione, a mio avviso, il sindaco di Leopoli che, in ultima analisi, si dice ottimista.

In che senso? – mi domanderai. Nel senso – aggiungo – che ristabilito un rapporto di forze stabile, potrebbe essere rimesso in moto il processo pacifico, sociale e liberatore che ha condotto alla caduta del muro di Berlino e alla dissoluzione dell’Urss. Vale a dire, fin da ora, dobbiamo puntare alla dissoluzione dell’impero russo ed alla democratizzazione della Russia e delle altre repubbliche che lo compongono. Non è così?

Un saluto a tutti

Luca