Libri di Eugenio Colorni

Arte, Estetica, Politica

 

Arte, estetica, critica letteraria, letteratura, scienza politica sono campi oggi poco riconosciuti (ma originariamente a lungo frequentati) dell’exploit intellettuale davvero straordinario del grande filosofo e politico italiano Eugenio Colorni.

 

Il presente volume intende colmare, almeno in parte, tale lacuna. Esso mostra innanzitutto l’ispirazione antifascista che fin dall’inizio anima Colorni anche in questi settori del suo lavoro. Ripubblica, in proposito, un’importate saggio su Campanella e Machiavelli. Chiarisce la partecipazione di Colorni alla rivista giovanile genovese d’ispirazione gobettiana Pietre, soprattutto nella seconda serie diretta da Lelio Basso.

 

Propone tre contributi di estetica di Colorni (di cui due inediti reperiti da Mario Quaranta) elaborati inizialmente nell’ambito del’insegnamento di G.A. Borgese, che si riferiscono all’opera di Roberto Ardigò, del bergsonismo e di Benedetto Croce (quest’ultimo nella versione definitiva – L’estetica di Benedetto Croce. Studio critico – che venne pubblicata come monografia nel lontano 1932). Riunisce, numerose recensioni del giovane Colorni di testi che afferiscono a tali discipline e ad altre ancora come il diritto e la filosofia. Per la cortesia della Signora Eva Hirschmann Monteforte, attinge, inoltre, numerosi giudizi da critico letterario involontario dalla corrispondenza dalla prigione e dal confino di Colorni con la moglie Ursula Hirschmann. Due novelle della maturità chiudono, infine, il volume.

“La malattia filosofica” e altri scritti

Ed. by Luca Meldolesi, 2020

 

“La risposta [di Eugenio ad una domanda di Ursula sull’esistenza di “circoli concentrici” di spiegazione della realtà (7 giugno 1939)] è questa: che la malattia filosofica è più difficile a estirpare che si creda, e che si annida nei luoghi e nelle persone più impensate […]. Tutte queste spiegazioni concentriche, sono appunto le ‘filosofie’. Ciascuna coerente in sé, ciascuna ‘vera’ da un certo punto di vista, ciascuna ‘bella’, ‘soddisfacente’, ‘abitabile’; a volte ‘entusiasmante’ […]. Nessuna meraviglia se riescono, soddisfacenti, calmanti, coerenti. Ora prendi ciascuno di questi circoli concentrici, e domandati: che cosa serve, oltre che a darmi tutte queste belle soddisfazioni? E allora vedi che quella bella concentricità e coerenza si spezza, e ciascuno di questi circoli si rivela non più un tutto chiuso in se stesso, ma qualche cosa di staccato, di frammentario. La dialettica serve ad interpretare alcuni fatti dello spirito e alcuni fenomeni storici, e basta […]. La psicologia analitica serve a guarire certe malattie nervose e a capire certi processi mentali anche dell’uomo sano: e basta […]. Kant aiuta la fisica a maneggiare a modo suo il tempo e lo spazio e la causalità. E non serve a nient’altro. Mi domandi se anche io mi inquieto constatando con che facilità il nostro pensiero pensa per analogie che poi prende per fatti. E come, se me ne inquieto! Me ne inquieto da dodici anni e appena adesso comincio trovare il bandolo della matassa”.

L’ultimo anno: 1943-44

Genesi di una prospettiva


“Era pronto a lasciarsi permeare da un pensiero e a viverlo vivendolo, con simpatia, per coglierlo. Poi a volte lo capovolge, trasformandolo in qualcosa di ricco e forte, per citare Shakespeare. Se penso a un’intelligenza sconcertante e miracolosa, capace di assorbire anche superstizioni, anche astrologiche o magiche, per trasformarle in un tesoro originale, penso a Eugenio Colorni”.
Guido Morpurgo-Tagliabue, “Ricordo di Colorni”, Aretusa, luglio-agosto 1945.
Eugenio “detesta una federazione per fini economici e di potere, unita dalle diplomazie degli stati. Vede invece una federazione nei termini di un movimento socialista, che nasce dai popoli. E questo è quindi rivoluzionario (come Eugenio detesta i matrimoni combinati, o unioni senza amore, dove si tende a sfruttare, e ridurre a noi stessi, il diverso)”.
Luisa Villani Usellini, “Appunto rapidissimo”, senza data.
“Sartre, Lévi-Strauss, Foucault sono maitre à penser. Eugenio era proprio l’opposto: un critico costante, indagatore, stimolatore. Il fatto che fosse allo stesso tempo homme d’action e penseur critique era forse la sua caratteristica speciale … ”
Lettera non datata di Albert Hirschman a Ursula Hirschmann Spinelli (inizio anni ’70).
“Il pensiero di Colorni era un magma ardente di genio prodigioso che avrebbe investito ogni ambito a cui si erano rivolti i suoi interessi intellettuali”.
Leo Solari, 18 maggio 2004.
“Ricordo Angelo, questo grande scienziato, questo grande studioso, questo grande combattente per la libertà anche come uomo eccezionalmente bravo nelle attività politiche, nella propaganda e nell’insegnamento che lui, anche poco più grande di noi, ci ha dato”.
Giuliano Vassalli, 18 maggio 2004

I dialoghi di Ventotene

 

Di cosa trattava, nelle forme e nei contenuti, “quello strano e straordinario dialogo” che nel 1939 Spinelli cominciò ad intrecciare con Colorni e che proseguì fino alla partenza di quest’ultimo da Ventotene? Ce lo svelano (in parte) questi dialoghi “socratici” tra Altiero ed Eugenio, che vengono qui raccolti per la prima volta. Perché, seguendo la loro interrelazione si riesce finalmente ad avere un’idea concreta dello stesso procedere della discussione culturale tra i due protagonisti del “gruppo di Ventotene”, ovvero di quella pagina importante di elaborazione teorica che si sviluppò parallelamente al dibattito politico federalista, da cui scaturì il “Manifesto”. Si tratta di una ricerca intellettuale senza confini che affronta temi conoscitivi chiave afferenti a numerose discipline (come i sistemi, l’amore, la filosofia, la scienza, i fini e i mezzi, l’antropomorfismo, l’economia, l’azione, il successo, il distacco) affrontati in forma dialogica assai fruibile, che più e più volte sfidano intellettualmente l’interlocutore (ed il lettore) in modo spesso divertente. E’ una festa iconoclasta, liberatoria, fantastica dell’apprendimento che si sviluppa in condizioni quasi proibitive; e da cui, senza dubbio, possiamo tutti imparare.

La scoperta del possibile

Scritti politici

 

Degli scritti politici di Eugenio Coloriti è esistita finora soltanto una “prima selezione” (curata da Leo Solari). Spesso erroneamente, tali testi sono stati considerati minori (o addirittura presi sotto gamba) da chi è stato attratto da Colorni per ragioni professionali; oppure presi in considerazione solo in parte, a supporto delle proprie tesi; o riconosciuti davvero, nella loro importanza, da alcuni compagni di lotta di Colorni e da alcuni ricercatori che, tuttavia, non li hanno approfonditi a dovere. Sono scritti politici di grande valore che sono qui raccolti per la prima volta; e che vengono analizzati da un punto di vista inedito ma, in realtà, onnipresente nell’ordito del tessuto intellettuale colorniano: quello “possibilista”. Vale a dire, da quell’angolazione di pensiero colorniano-hirschmaniana (a cui si ispira oggi “A Colorni-Hirschman International Institute”) che consente, tra l’altro, di interrogarsi sull’attualità politica del contributo di Colorni.

Microfondamenta

Passi scelti dell’epistolario

 

In forma piana e accessibile, questi passi delle lettere dal carcere e dal confino di Eugenio Colorni a Ursula Hirschmann contengono un piccolo tesoro. Sono scaturiti da ciò che – riferendosi all’impegno pubblico e all’atteggiamento intellettuale di grande apertura, in cui nulla era scontato, di Eugenio Colorni e dei suoi amici a Trieste nel 1937-38 – Albert Hirschman ha chiamato «l’ideale microfondamento di una società saldamente democratica». Essi esplorano, così, le microfondamenta di quello stile di vita – ovvero una serie di punti chiave che sono alla base dell’elaborazione teorico-pratica del loro autore.

 

The Philosophical illness and other writings

 

“The answer [Eugenio Colomi’s, to a question of Ursula Hirschman’s on the existence of ‘concentric circles’ in explanations of reality] is this: that the philosophical illness is more difficult to eradicate than you think, and that it lurks in the most unimaginable places and people […]. All these concentric explanations are in fact ‘philosophies.’ Each coherent in itself, each ‘true’ from a certain point of view, each ‘beautiful’, ‘satisfying’, ‘habitable’; sometimes ‘exciting’ […]. No wonder, then, if they turn out to be satisfying, calming and coherent. Now just take each of these concentric circles and ask yourself — what good are they beyond giving me all this satisfaction? And then you will see all this beautiful concentricity and coherence fall apart, and each of the circles will prove no longer to be a self-contained whole, but something detached and fragmentary. The utility of the dialectic is in interpreting some spiritual things and some historical phenomena, and that’s all […]. Analytic psychology is useful in treating certain nervous disorders, and helping us understand certain mental processes even in healthy people, and that’s all Kant helps physics deal with time and space and causality his way. And he’s not good for anything else. You ask me if it also makes me nervous to see how easily our minds think in analogies — which we then take to be facts. Does it make me nervous?! I’ve been nervous for twelve years, and only now have I begun to sort this out.”

 

The Final Year – 1943-1944

 

“He was ready to let himself be pervaded by an idea and to experience it by compassionately living it, so as to possess it. Then sometimes he would turn it around and transform it into something rich and strong, in Shakespeare’s words. If I think of a baffling and miraculous intelligence, able even to absorb superstition, even astrology or magic, and transform them into an original treasure, I think of Eugenio Colorni.”
— Guido Morpurgo-Tagliabue

“Ricordo di Colorni,” Arethusa, July-August 1945
Eugenio “detests a federation organized through state diplomacy for purposes of economics and power. He sees a federation in terms of a socialist movement — that is, born of the people. And therefore revolutionary (just as he detests arranged marriages or unions without love, in which one tends to exploit and reduce the other to oneself).”
— Luisa Villani Usellini, “A Very Quick Note,” undated

“In short, Colorni’s thinking was an incandescent magma of colossal genius that would have assailed any sphere his intellectual interests had turned to.”
— Leo Solari, 18 May 2004

“I remember Angelo, this great scientist, this great scholar, this great freedom fighter also as a man who was exquisitely political, exceptionally able in political activity and propaganda and in the lessons he was able to teach us even though he was

 

Dialogues

 

Systems, love, philosophy, science, end-means, anthropomorphism, economy, action, success, separation: these are the main theoretical themes of “that strange and extraordinary dialogue” that developed between Eugenio Colorni and Altiero Spinelli in the Ventotene island (1939-42). They represent an easily accessible, interdisciplinary, iconoclastic, liberating, and fantastic intellectual feast under extreme conditions of confinement imposed by the fascist regime. They developed hand in hand with the political discussion that, with the contribution of Ernesto Rossi and Ursula Hirschmann, gradually unveiled the well-known political Manifesto for the unification of Europe.

 

The discovery of the possible

Excerpts from political writings and correspondence II

 

“Just as philosophy does not make progress by resolving eternal problems, but rather by rigorously meditating on particular facts, procedures and methods, and leaving the general systemic position in the background, deliberately inaccurate and only hinted at; so also politics, in my view, will not move forward by retouching its ideological structure, setting out formulations and solutions for eternale problems; but by keeping its eye on developing events and trying to influence them using the most effective and unbiased methods; always, of course, in the light of some basic positions which it should be enough to have clear in one’s heart and, I would say, in one’s instincts, without needing to bend all your efforts toward giving them a clear and exact and logical formulation.”

(Eugenio Colorni, “Letter to Altiero Spinelli”, 1943)

Critical Thinking in Action

Excerpts from political writings and correspondence

 

Albert Hirschman to Ursula Hirschmann: “Sartre, Lévi-Strauss, Foucault are ‘maitres à penser’. Eugenio was actually the opposite: a constant critic, questioner, stimulator. That he was homme d’action and penseur critique at the same time was maybe his special trait […]. Maybe you should change the title here to ‘Pensatore critico e uomo d’azione’ ”. (New York, early 70s). Albert Hirschman on Eugenio Colorni and his friends in 1937-38 Trieste: The “[…] combination [they had] of participation in public affairs with intellectual openness seems to me the ideal microfaundation of a democratic politics”. (Laurea Honoris Causa, Torino, November 12th, 1987). Albert Hirschman to Nicoletta Stame and Luca Meldolesi: “Sono grato a voi che rinnovate l’amicizia con Eugenio Colorni” (Princeton, May 2004).

Critical Thinking in Action

Excerpts from political writings and correspondence

 

Albert Hirschman to Ursula Hirschmann: “Sartre, Lévi-Strauss, Foucault are ‘maitres à penser’. Eugenio was actually the opposite: a constant critic, questioner, stimulator. That he was homme d’action and penseur critique at the same time was maybe his special trait […]. Maybe you should change the title here to ‘Pensatore critico e uomo d’azione’ ”. (New York, early 70s). Albert Hirschman on Eugenio Colorni and his friends in 1937-38 Trieste: The “[…] combination [they had] of participation in public affairs with intellectual openness seems to me the ideal microfaundation of a democratic politics”. (Laurea Honoris Causa, Torino, November 12th, 1987). Albert Hirschman to Nicoletta Stame and Luca Meldolesi: “Sono grato a voi che rinnovate l’amicizia con Eugenio Colorni” (Princeton, May 2004).