Luca Meldolesi

PROSPETTIVE MEDITERRANEE: LA PENSÉE DE MIDI E IL NOSTRO MEZZOGIORNO
LUCA MELDOLESI, RUBBETTINO, 2022

Tramite due piccole tradizioni ormai centenarie, il presente lavoro intende “ripescare” un antico fil rouge libertario mediterraneo per cominciare ad esplorare il nostro futuro.

Protagonismi Mediterranei
LUCA MELDOLESI, RUBBETTINO, 2022

Il Mediterraneo contemporaneo ha un gran bisogno di “ritrovarsi” nelle sue tante caratteristiche seducenti, naturali ed umane – come “mare di mezzo” tra terre europee, africane e mediorientali; come luogo privilegiato d’intera- zioni fruttuose di benessere, democrazia e giustizia sociale; come alternati- va alle miserie della vita moderna e del degrado ambientale.

Nel dialogo in proposito tra “la pensée de Midi” ed “il nostro Mezzogiorno” che ormai si avvia, il presente lavoro riesamina criticamente un ampio spac- cato di ricerche e di pratiche pubbliche per l’emersione, la legalizzazione e la valorizzazione del lavoro e delle piccole imprese meridionali. Soprattutto perché, acquisito un bandolo dell’ingarbugliata matassa, tale “giacimento” risulta straordinariamente ricco per impostare in modo corretto la battaglia culturale e politica mediterranea che oggi ci attende..

Mezzogiorno. Mezzomondo
Luca Meldolesi (a cura di), Rubbettino, 2021

No, cari Signori: i problemi di sviluppo, di democrazia e di tanti altri urgenti desiderata non sono affatto risolti a Mezzogiorno (Mezza-europa, Mezzo-mediterraneo, Mezzo-pianeta… ed oltre!).

Il presente lavoro testimonia come un quarto di secolo fa in Campania e poi nel Sud, nell’Università di Napoli e nell’opinione pubblica, nel dialogo con l’Unione Europea e con il nostro Governo “nordista”, si scatenò un imponente movimento di verità sulla realtà produttiva del Mezzogiorno e di sostegno all’industrializzazione leggera meridionale che avrebbe potuto instradare il nostro Paese verso la soluzione del suo storico, principale problema irrisolto. È una eventualità che continua a parlarci: soprattutto nel momento in cui, in condizioni in parte mutate, un’effettiva trasformazione del Mezzogiorno torna all’ordine del giorno e si accredita nell’ambito del possibile, anche tramite l’innovazione e l’attenuarsi del suo isolamento, via influenze e conseguenze possibili che provengono, in realtà, dai quattro angoli del pianeta.

Mezzogiorno, con gioia!
Luca Meldolesi, Rubbettino, 2021


Questo libro è scaturito da una lunga vicenda. Nel 1976 un noto economista, Tibor Scitovsky, pubblicò The Joyless Economy (L’economia senza gioia) riferendosi al consumismo delle nostre società occidentali. Pur apprezzando tale contributo, Albert Hirschman sostenne in seguito (nel 1982) che siamo immersi effettivamente in mutevoli coinvolgimenti (Shifting Involvements) – tra felicità privata e felicità pubblica. E per il nostro Sud cosa si può dire? – mi domandai. Scrissi così Mezzogiorno, con gioia (1990) mettendo l’accento sul piacere di individuare e perseguire alacremente politiche economiche pratiche e democratiche a favore del Meridione operoso che rappresenta, comunque, la grande maggioranza del Sud italiano. A trent’anni di distanza pubblico di nuovo quel titolo (con l’aggiunta d’un punto esclamativo) per una raccolta di scritti degli anni Novanta costruiti per gradi con l’ausilio di allievi e collaboratori. Perché, alla vigilia di scelte decisive come quelle attuali, penso che quei saggi contengano indicazioni chiave di orientamento per la messa in pratica migliore possibile dei nostri desiderata: per un Mezzogiorno molto più legale, democratico, prospero, civile, giusto, colto, verde, sano, attivo… e quindi felice.

Eppur si può!
Saggi e istruzioni autobiografiche e “filo-possibiliste”
Luca Meldolesi, Rubbettino, 2020

I testi di Luca Meldolesi qui raccolti sono scaturiti nel tempo, a partire dall’incontro ormai storico con Albert Hirschman a Princeton NJ nella lontana primavera del 1983. Vengono riuniti in due parti: la prima – “In lotta con me stesso” – testimonia il grande, emozionante cambiamento d’orientamento che la collaborazione con Fernand Braudel a Parigi e poi l’intenso lavoro dell’autore con Albert Hirschman “provocarono”. La seconda riguarda invece la riflessione teorico-economica hirschmaniana che Meldolesi intraprese a metà degli anni Novanta del secolo scorso con un folto gruppo di allievi e di collaboratori per lo sviluppo del Mezzogiorno, accompagnata da osservazioni successive che giungono fino a noi. Presi insieme questi scritti mostrano l’attualità del titolo del volume: quell’ “eppur si può!” quelle “istruzioni per l’uso” che testimoniano la complessità, ma anche la straordinaria seduzione di un lavoro d’innovazione intellettuale, produttiva e sociale di lunga lena che è possibile sviluppare in una delle zone a più elevato scrigno di cultura accumulata a livello popolare (e quindi a più alto potenziale di incivilimento) del pianeta.

Alla scoperta del possibile
Luca Meldolesi, Rubbettino, 2017

«Meldolesi ci ha fornito una rappresentazione comprensibile, stimolante e ammirata della visione del mondo di Hirschman […] Questo è un libro che espanderà la mente di chiunque – studente o insegnante, economista, politologo, sociologo o storico – che abbia incontrato Hirschman prima, peraltro brevemente, […] ed è stato incuriosito da una delle menti più originali dell’economia». Michael Roemer, Università di Harvard, Journal of Economic Literature, 1996

«È un compito impegnativo scrivere una biografia intellettuale di qualcuno il cui pensiero è ricco, sottile e sovversivo come quello di Albert Hirschman. Luca Meldolesi ha raggiunto un risultato che dimostra la ricchezza, la sottigliezza e la sovversività del pensiero di Hirschman in proporzioni pressoché uguali e con un affetto e un rispetto che tutti condividiamo. Ha una conoscenza enciclopedica delle opere di Hirschman, 191 delle quali sono elencate in bibliografia». Rosemary Thorpe, The Latin American Centre, Oxford, The Economic Journal, 1997

Italici e città
Luca Meldolesi, Italic Digital Editions, Roma, 2015

La sua lunga esperienza, che (tra l’altro) ha visto a battesimo la globalizzazione e la nuova rivoluzione tecnico-scientifica in cui siamo immersi, suggerisce oggi a Piero Bassetti (86) un’invocazione rivolta agli italici del mondo (tutti coloro che si sentono legati a vario titolo all’Italia) affinché prendano in mano il loro destino collettivo come comunità, tramite forme inedite di espressione e di organizzazione dal basso. Facendo riferimento ad una parte di tale elaborazione e ad altri studi, il presente librettino (anche e-book) di Luca Meldolesi esplora alcune caratteristiche illuminanti della rete italica mondiale, le conseguenze dell’attuale protagonismo emergente delle città e delle aree metropolitane, il ruolo delle diaspore (italica inclusa) nel processo in corso di crisi-superamento della logica westfaliana, la riproposizione della “questione europea” (vista da est e dal nord, oltre che da ovest e da sud), le conseguenze benefiche che potrebbero scaturirne – anche pro domo nostra.

Rammendare il mondo
Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2016

Molti ragionamenti di scienze sociali sono troppo astratti e troppo legati ad una disciplina specifica per illuminare davvero il mondo in cui viviamo. Tuttavia, è possibile mostrare (in via esemplificativa, e con l’ausilio di un grande antropologo, Clifford Geertz) come alcune di quelle analisi possano essere innestate su una visione concreta che corrisponde effettivamente alla nostra quotidianità: quella di un mondo ad un tempo sempre più collegato, ma anche sempre più frammentato e differenziato. Da qui scaturisce allora una esplorazione di policy sul come intervenire su alcuni aspetti (positivi e negativi) del nostro tempo per riuscire a padroneggiare le tensioni che lo agitano, e sul come utilizzare a tal fine le caratteristiche più convincenti della cultura italiana (ed italica world-wide), anche per venire a capo della tragica invasione di esuli che ha investito l’Europa a partire dal Mezzogiorno e dalla Grecia; e per imprimere, nello stesso tempo, nuovo impulso alla costruzione europea.

Albert Hirschman, entre Europa y América Latina
Luca Meldolesi, Universidad National de Quilnes Editorial, Buenos Aires, 2017

Albert Hirschman, entre Europa y América Latina avvicina i lettori al pensiero di un brillante economista, pioniere negli studi sullo sviluppo, Albert O. Hirschman, i cui contributi sono anche molto apprezzati da politologi e sociologi. L’autore, Luca Meldolesi, discepolo e collaboratore per molti anni di Hirschman, ha applicato le sue idee alla realtà del sud Italia, arricchendole in una sintesi teorica e pratica con la filosofia di Eugenio Colorni. Questo filosofo italiano, eroe della resistenza antifascista, che morì assassinato nel 1944 ed è poco conosciuto nel Sud America, ha avuto un’influenza decisiva su Hirschman, in particolare (ma non esclusivamente), attraverso la sua insistenza sull’importanza delle “piccole idee”.

Meldolesi esamina un insieme di concetti sviluppati da Hirschman a partire dalle sue esperienze e riflessioni sull’America Latina e applicati anche in Europa. Tra questi concetti, che ampliano la “cassetta degli attrezzi” di economisti, sociologi, storici e politologi, possono essere citati le catene o i collegamenti (linkages), la triade “uscita voce e lealtà”, il possibilismo, “l’effetto tunnel”, la “mano che nasconde”, la “fracasomania”, il principio di conservazione e mutazione dell’energia sociale e i meccanismi di induzione. Per il lettore latinoamericano, questo lavoro di Luca Meldolesi offre un rapido accesso al pensiero di Albert O. Hirschman da una prospettiva originale orientata all’azione.

Intransigenze, Mediterraneo e democrazia
Luca Meldolesi, Italic Digital Editions, Roma, 2016

Le guerre civili – aperte e striscianti, mediorientali ed africane – e le loro gravi ripercussioni sul quadrante complessivo della nostra zona del mondo hanno suggerito all’autore di cercare dove pochi guardano, con l’intento di aprire la porta ad un eventuale miglioramento della situazione. Con rigore scientifico scevro d’illusioni, e prendendo spunto da alcuni testi di Averincev, Hirschman e Geertz, egli si è interrogato su alcune caratteristiche delle religioni e delle religiosità cristiane e musulmane, tramite un ragionamento paziente e pacato che intende combattere, innanzitutto, le intransigenze – a partire da quelle che sono sfociate nei terrorismi. Il suo intento è di contribuire alla formazione di un ambiente più favorevole al benessere, alla pace, alla democrazia, alla libertà, alla giustizia sociale nel Mediterraneo ed in Europa. In tale contesto, e sviluppando un dialogo sull’italicità già avviato con Piero Bassetti, egli discute numerose, nuove funzioni che la nostra “comunità di sentimento” è chiamata ad assolvere – o potrà esserlo nel futuro prossimo.

Creare lavoro
Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2014

Questo libro sostiene che attribuire centralità all’occupazione, e quindi porre la creazione di lavoro autonomo e dipendente al centro degli scopi espliciti della nostra società, non corrisponde soltanto a un’aspirazione profondamente sentita dagli italiani. Può diventare anche un obiettivo largamente condiviso; indurre una profonda metamorfosi culturale e pratica, privata e pubblica da perseguire con intelligente determinazione; e unire come non mai gli italiani del sud e del nord, i nativi e gli acquisiti, in un processo di ricostruzione democratica, trasparente, libera e catartica del Paese, per superare insieme molteplici, inevitabili difficoltà.

L’ultimo Hirschman e l’Europa
Esercizi teorici sull’ “auto-sovversione” Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2014

Molti sono convinti della necessità di “cambiare l’Europa”. Questo libro scaturisce da tale esigenza: e comincia a esplorare il modo di soddisfarla, muovendosi in più direzioni sulle orme di Albert Hirschman. Perché, negli anni successivi alla caduta del muro di Berlino, quest’ultimo promosse un suo “rientro” nella vita politico-culturale tedesca dopo oltre mezzo secolo di assenza; e fu testimone privilegiato del processo storico che ha condotto all’unificazione della Germania, all’allargamento ad est della UE, e alla nascita dell’euro. Tuttavia, com’è noto, quel grande processo di trasformazione su scala continentale ha finito per incepparsi; e per frustrare, infine, le grandi speranze di prosperità, di sviluppo della democrazia e di giustizia sociale che aveva inizialmente lasciato intravvedere. Per riprender le fila dell’intera questione, Meldolesi discute alcuni aspetti economici e politici dell’elaborazione del grande scienziato sociale tedesco-americano da poco scomparso, per comprendere la logica della sua “propensione all’auto-sovvesione” (come strumento teorico di rinnovamento intellettuale volto a recepire e a promuovere il cambiamento) anche al fine di trarne numerosi insegnamenti rivolti al futuro: delle nostre realtà locali, dell’Italia, dell’Europa.

Carlo Cattaneo e lo spirito italiano
Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2013

“L’Europeo – ha scritto Carlo Cattaneo – trovò l’America e l’Australia in quello stato in cui pare che l’Asiatico trovasse l’Europa” dei tempi dei tempi. Eppure, come è noto, le cose andarono diversamente, perché da noi nacque allora l’incivilimento italico, europeo, occidentale. Seguendo le orme della riflessione cattaneana (che parla in proposito di quaranta secoli) e confrontandole con le conoscenze attuali riguardo all’evoluzione antica di regioni e zone della nostra parte del mondo, questo libro esplora alcune radici della nostra civilizzazione e ne scopre la logica dell’associazione e della pluralità, dell’ammansire la barbarie preservando l’indipendenza, del vivaio di città generatrici di città, dell’interazione di cooperazione e di emulazione … È un viaggio nel lontano passato motivato dalle esigenze dell’oggi. Esso suggerisce, infatti, di non perdersi d’animo, d’aguzzare l’ingegno, di puntare sull’autonomia e sulla libertà, di moltiplicare le iniziative, le capacità di direzione e le responsabilità di governance. E quindi di abbandonare il centralismo che ostacola la rinascita del Paese, e di avviare al suo posto un federalismo democratico che corrisponda all’unisono al meglio dell’esperienza internazionale, ed al meglio dello spirito italiano d’ogni tempo.

Imparare ad imparare
Saggi d’incontro e di passione, all’origine di una possibile metamorfosi Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2013

Come può il pensiero teorico aiutarci a sortire dalle secche in cui ci troviamo? Questo libro dipana uno dei possibili bandoli di quell’intricata matassa: quello dell’accostamento di alcuni aspetti dell’impostazione di Eugenio Colorni e di Albert Hirschman con l’opera di Louis Hartz e con la tradizione del federalismo democratico di Carlo Cattaneo, di Carlo Rosselli, di Morton Grodzins, di Aaron Wildavsky. L’intento è d’incoraggiare il lettore ad “imparare ad imparare”: imparare ad ispirarsi all’esempio altrui per apprendere egli stesso strade inusuali all’acquisizione – tramite brevi ricostruzioni storiche d’intere epoche, o, la contrario, tramite vicende specifiche, minute; tramite l’interpretazione di problematiche (e/o di condizioni differenti di tempo e di spazio) che utilizza determinati meccanismi teorici; tramite incursioni a sorpresa sull’altra sponda dell’Atlantico. È un percorso, questo, che apre la mente? Mette meglio a fuoco alcune vexata quaestio che dobbiamo affrontare oggi in Italia, in Europa? Possiamo sentirci meglio equipaggiati per tradurre il senso di questo discorso in soluzioni concrete di problemi specifici? Il filo rosso che regge l’intero ragionamento è la ricerca di una risposta positiva a questi interrogativi riferita alla congiuntura economica e politica che travaglia il Paese.

Federalismo possibile
Per liberare lo stato dallo statalismo e i cittadini dall’oppressione Luca Meldolesi, Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2012

Insomma, non c’è alternativa? Sì, l’alternativa c’è, risponde questo libro. Mettendo a confronto la situazione italiana con quella dell’Australia, paese lontano geograficamente, ma vicino al nostro per cultura politica, questo lavoro di facile lettura si rivolge direttamente al grande pubblico ed al Presidente Napolitano; e mostra che una prospettiva alternativa all’attuale crisi, esiste davvero. Prospettiva ispirata al pensiero di Carlo Cattaneo. È quella del federalismo possibile, che, facendo leva sull’esperienza comunale, autonomista del Paese, può inaugurare un nuovo funzionamento dello Stato a tutti i livelli, fondato sul bisogno di riscatto, sulla collaborazione e sull’emulazione, sul principio del “fare di più e meglio con meno”. Così sarà effettivamente possibile risanare le finanze statali, riavviare lo sviluppo, far diventare via via più democratica la gestione del settore pubblico in condizioni di assoluta trasparenza, e rendere gli italiani finalmente protagonisti, liberandoli dall’assoggettamento servile, e dal grande, assurdo peso dello Stato.

Italia federanda
Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2011

Come reagire alla lunga agonia (o malaise) che si è impadronita del nostro Paese? A molti sembra una “fattura”, un sortilegio da cui èimpossibile uscire. Ma non è così. Basta infatti rendersi conto del significato di tante iniziative concrete che ci circondano e di come le cose evolvono altrove – soprattutto nei paesi leader del federalismo democratico – per capire che una via d’uscita ci sarebbe; che sarebbe possibile sbloccare per sforzi successivi, partendo dalle diverse realtà, le straordinarie potenzialità inespresse del Mezzogiorno e del Paese. Ma, per ottenere tale risultato, bisogna uscire dalla logica “gattopardesca” della politica italiana e sviluppare, invece, una passione solida e serena per il cambiamento: per risultati concreti, plurimi, orientati (monitorati, valutati) – nel senso della democratizzazone progressiva, della crescita economica e dello svluppo civile. Il testo si concentra su alcuni aspetti chiave di questa questione decisiva ed esplora, sulla base dell’esperienza teorico-pratica, come sarebbe possibile che l’Italia… diventasse davvero “una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Federalismo oltre le contraffazioni
Luca Meldolesi (a cura di), Napoli, Guida, 2011

Nonostante il grande sommovimento (e riallineamento) in corso nel sistema economico mondiale, la crisi ed il basso saggio di crescita del pil italiano, la nostra economia ha reagito con carattere alle avversità e continua a rappresentare il secondo produttore manifatturiero pro capite del mondo – dopo la Germania. Eppure il cittadino non è affatto contento di come vanno le cose: soprattutto a causa del funzionamento scriteriato del sistema pubblico. Esperti, come Marco Vitale, arrivano a sostenere che, nel dopoguerra, il nostro Paese non è mai stato “malamministrato” come oggi. Così, prima che questa realtà confusa e disdicevole che ci attanaglia riesca a fiaccare la vitalità economica italiana, è bene interrogarsi sul “come uscirne”: oltre le contraffazioni. Il dibattito avvincente (ed appassionante) del presente volume esplora, in proposito, una possibilità seducente di cui gli italiani sono poco consapevoli. Vale a dire che, nonostante le ben note “piaghe bibliche” nazionali, esista davvero, al di sotto della quotidianità rumorosa della cronaca politica, un cammino percorribile: una via “federalista democratica” che, perseguita con intelligente determinazione e alimentata via via dai risultati (iniziata magari in una parte del sistema istituzionale e poi progressivamente diffusa), potrebbe condurre l’Italia intera – dal Nord al Sud (e viceversa) – ad agganciarsi al drappello di testa dei paesi più prosperi, civili e democratici del mondo.

Milano – Napoli
Prove di dialogo federalista Luca Meldolesi, Guida, Napoli, 2010

“Questo libro riguarda un inizio di dialogo federalista tra Milano e Napoli; ma rappresenta anche una sorta di “campione”, ispiratore di rapporti pronubi, pregnanti, che, contrariamente a quanto si pensa di solito, è effettivamente possibile instaurare tra micro e macroaree del Nord e del Sud – a beneficio indubbio per l’intero Paese. “Milano – Napoli” – chiamato anche, con un pizzico d’autoironia, “freccia rossa” – allude ad una contiguità ormai inevitabile (siamo tutti sulla stessa barca) che, invece di negare pretestuosamente, dovremmo utilizzare in modo intelligente – pro domo nostra. Nasce, questo testo, dall’osservazione che alcuni contributi importanti sull’Italia, sulla Campania, sul Napoletano e su Napoli di amici milanesi non avevano ancora trovato, a Sud, un riscontro adeguato. Subiamo quotidianamente tante “impertinenze” che provengono dal Nord; ma perché quando poi accade, invece, che alcune personalità milanesi che “sanno di Mezzogiorno” offrono contributi validi, non riusciamo ad accendere un dialogo federalista fruttuoso tra Milano e Napoli? Da questa domanda intima (e dalla ribellione conseguente) sono così nate quattro “prove” di dialogo: sull’immagine italiana bella e possibile; su un “Viaggio” da proseguire; su alcune tipiche difficoltà da capire e superare; sul federalismo democratico da iniziare.

Federalismo democratico
Per un dialogo tra uguali Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010

Per chi ha a cuore il federalismo democratico in ogni parte del mondo (particolarmente da noi, angosciati come siamo da problemi del sistema pubblico che sembrano intrattabili), i funzionamenti concreti delle amministrazioni locali e nazionali di Canada, Stati Uniti ed Australia vanno presi come esempio. Ciò non accade, invece, nel dibattito e nella pratica amministrativa italiana (ed europea). Eppure, relazioni politico-amministrative di eguaglianza sono indispensabili per promuovere lo sviluppo di un’autentica libertà. E’da questa constatazione che prende avvio la presente ricerca. Essa approfondisce le fondamenta teoriche e storiche del federalismo democratico del Nuovo Mondo; e spiega perché aspetti chiave del sistema pubblico di cui si parla – come trasparenza, fiducia, responsabilità, produttività, merito, flessibilità, versatilità, cooperazione, emulazione, sprigionamento ecc. – hanno un significato concreto e pregnante in Canada, Stati Uniti ed Australia che è quasi sconosciuto da noi. Si collega ad alcuni contributi decisivi di Aaron Wildavsky e di Louis Hartz (e ad un dibattito con Giuliano Amato sulla penuria di libertà amministrativa che ci tormenta), per sostenere, infine, vigorosamente un progetto di trasformazione consapevole, di federalismo democratico per l’Italia, che rifletta le esigenze del Paese, e delle sue diverse regioni; e che, nello stesso tempo, corrisponda effettivamente alla loro natura più genuina: storica e civile.

 

Federalismo democratico
Il federalismo fiscale introdotto in Italia con la Legge 42/2009 ha, paradossalmente, prodotto una deriva centralista del sistema pubblico italiano e allo stesso tempo ha provocato un aumento delle tasse locali accompagnato spesso dalla riduzione del livello e della qualità dei servizi pubblici territoriali. Così il federalismo in Italia è diventato tabù. Ancora una volta, il nostro paese ha dimostrato di non saper imparare dai paesi federalisti del Nuovo Mondo che, invece, sono riusciti a creare democrazie efficienti e funzionali agli interessi dei cittadini prima che a quelli delle burocrazie (Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Stati Uniti, Svizzera). Effeddì intende porre al centro dell’attenzione nazionale ed europea il federalismo democratico per spingere il paese a una grande controffensiva democratica . Per creare tutti insieme istituzioni più libere, giuste, democratiche ed utili. Istituzioni che siano mobilitative e non solo ordinative, leggere, che agiscano su un piede di parità, senza gerarchie pesanti, a favore del territorio, come prescrive la nostra Costituzione. Istituzioni responsabilizzate e finalizzate al risultato e non solo alla legittimità degli atti e delle procedure, in ogni loro ufficio, all’interno di un sistema di trasparenza e di accountability ineccepibile, irreprensibile, aperto a tutti. Istituzioni che, nella loro azione, possano praticare concretamente l’aureo principio del “fare più e meglio con meno”.
In mezzo a tanto brancolare si giunge infine a un punto accecante – di Luca Meldolesi
Tre punti per disincagliarci – di Luca Meldolesi

Sud e federalismo
Luca Meldolesi e Massimo Villone, Denaro Libri, Napoli, 2010

In questo volumetto si intende affrontare l’argomento caldo del Sud e del federalismo con chiarezza e sincerità. Il testo si snoda discutendo innanzitutto del vissuto meridionale delle tesi esposte, delle gravi conseguenze che produrrebbe il federalismo fiscale nel Mezzogiorno, del federalismo democratico come alternativa ad ogni forma autoritaria di centralismo (e di federalismo soggiogatore) , di come impostare una trasformazione indispensabile del sistema pubblico a favore dello sviluppo economico-sociale del Sud, dell’esperienza internazionale, e di cosa dobbiamo assolutamente fare, hinc et nunc, nel Mezzogiorno, per risalire la china.

Il nuovo arriva dal Sud
Una politica economica per il federalismo Luca Meldolesi, Marsilio, Venezia, 2009

L’Italia appare agli osservatori come un paese dalle grandi potenzialità che tuttavia, nonostante un’intraprendenza imprenditoriale assai diffusa, si trova oggi a mal partito di fronte alla crisi internazionale. È una questione che ha molti aspetti problematici e che richiede un lavoro attento di diagnosi, di prognosi e di terapia. Luca Meldolesi sposta l’accento dalle politiche e dai funzionamenti correnti che, all’atto pratico, denunciano purtroppo tante carenze a ciò che manca nell’intervento e nello strumento amministrativo. È la politica economica degli “anelli mancanti”: un orientamento migliorativo e complementare rispetto a quelli generalmente perseguiti; un punto di vista inedito, elaborato per gradi, attingendo a una lunga esperienza di lavoro e di proposta. Raccolti inizialmente al sud e al governo, questi anelli che mancano – ma che è possibile reperire – si sono dimostrati strumento assai versatile per un ampio spettro di problemi che riguardano l’intero paese e suggeriscono strade molteplici, spesso inusuali, per ottenere progressi adiacenti nella medesima direzione, a livello locale e nazionale. L’impostazione seguita, infatti, ha una valenza generale e risulta particolarmente utile per irrobustire la crescita economica di zona; per rafforzare i tessuti imprenditoriali di PMI; per curare situazioni di irregolarità e scarsa qualità del lavoro e di discriminazione sociale; per aggredire condizioni specifiche di degrado e di povertà.

La quarta libertà
Come padroneggiare la pubblica amministrazione Luca Meldolesi, Bonanno, Acireale-Roma, 2007

Le performance leggendarie di tanta parte del nostro sistema pubblico sono da tempo sotto gli occhi degli italiani. Il cittadino comune si domanda: perché non riusciamo a porvi rimedio? Senza nulla togliere ai tanti tentativi di riforma che abbiamo alle spalle, bisogna pur riconoscere che si tratta d’un interrogativo ragionevole, inquietante – a lungo inafferrabile ed insondabile, per lo stesso autore. Per prenderlo di petto, il libro spazia su molti fronti con una logica interattiva d’analisi e policy: apre finestre inattese su radici lontane, interroga testimoni privilegiati, ricostruisce processi storici poco conosciuti, attinge a disavventure personali in corpore vili. Il risultato di questo “diavolo a quattro” di paragoni, verifiche ed esperienze sulla penuria di libertà amministrativa in Italia intende mettere a fuoco il nostro tallone d’Achille: un vero handicap che risulta oggi insopportabile da un punto di vista economico, sociale e civile. Ed indica la strada di una rigenerazione, che approfondendo le tendenze del nostro tempo all’integrazione, alla federalizzazione, alla democratizzazione ed alla crescita senza sosta del rendimento della P.A., s’ispiri certo alle esperienze più avanzate, ma affondi, in realtà, la sua ragion d’essere nell’ubi consistam più genuino della Penisola.

Occupazione ed emersione
Nuove proposte per il Mezzogiorno d’Italia Luca Meldolesi, Carocci, Roma, 2000

Attualmente nel nostro paese circa dieci milioni di italiani occupabili mancano all’appello con il lavoro regolare. Si tratta quindi di un grande problema collettivo, ma anche di una straordinaria opportunità di crescita economica e civile. Infatti, sommata al lavoro eccedente che si nasconde nella bassa produttività del settore pubblico, questa ampia disponibilità di forza lavoro suggerisce, per l’Italia, l’immagine del dio Giano; vale a dire, di un paese brifronte che potrebbe imboccare un sentiero di rapida ascesa se imparasse a sciogliere gradualmente tale dualità a favore della regolarizzazione dell’attività economica e del lavoro, dell’efficienza privata e pubblica, dell’integrazione sociale e politica. La politica di emersione dell’economia e del lavoro irregolari e della zona inattiva ma occupabile della popolazione ha un ruolo di primo piano in questo scenario. Meldolesi suggerisce un’ipotesi storico-interpretativa sull’Italia che sfocia in alcune concrete proposte d’intervento e predisposizione di opportunità. Sviluppa, inoltre, un confronto tra Mezzogiorno e parte orientale della Germania – le due principali aree dell’Unione Europea in “ritardo di sviluppo” – come punto di avvio della discussione su occupazione ed emersione. Presenta infine la politica del Comitato per l’emersione del lavoro non regolare recentemente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il giuoco degli dei
Un’angolazione di politica economica alle radici della storia, dell’identità e del federalismo italiani Luca Meldolesi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2006

Questo libro mostra come la tesi di Fernand Braudel, secondo cui tutta la storia serve a spiegare la realtà in cui viviamo, può essere sviluppata per sostenere che tutta la storia serve anche a reindirizzare tale realtà. Infatti questi “carotaggi” storici mostrano che la storia può essere riattraversata per riscoprire gradualmente un ruolo di protagonista del Paese in un’epoca di ampliamento e di approfondimento della democrazia e della riforma del sistema pubblico in Italia ed in Europa.

Emersione al femminile
Luca Meldolesi , Marco Marchese (a cura di), Carocci, Roma, 2005

I saggi qui presentati ricordano che è la qualità e la quantità del lavoro (autonomo e dipendente, privato e pubblico) la chiave della nostra ristrutturazione (ed affermazione) a livello internazionale; e chiariscono che l’emersione al femminile è anche decisiva per l’emersione al maschile, soprattutto per una società ad un più elevato saggio di civilizzazione (e di sviluppo) a cui aspiriamo. Non solo: al termine della lettura, risulta sorprendente l’incoraggiamento collettivo al cambiamento che si può produrre da un’attenzione specifica alla liberazione delle energie femminili, soprattutto a partire dalla zona vastissima del lavoro sommerso (non e mal dichiarato) di cui qui si tratta.

Emersione. Dialogo con Marco Biagi
Luca Meldolesi, Carocci, Roma, 2004

Negli ultimi tempi, la politica economica dell’emersione ha incontrato sul suo cammino l’elaborazione giuslavorista del compianto Marco Biagi. Da qui è nata una svolta che ha conseguenze significative per l’appassionante avventura dell’occupazione regolare. Il presente libro discute i termini di tale rencontre da diversi punti di vista. Nella prima parte, presenta l’emersione al femminile e propone uno schema analitico orizzontale-verticale per affrontare il sommerso dei nuovi e dei vecchi lavori. Nella seconda, richiama l’attenzione su alcuni aspetti salienti dell’esperienza italiana per confrontarli con lo sfondo storico-logico entro cui Marco Biagi ha elaborato il proprio “progetto” (ed oltre). Nella terza, approfondisce il confronto tra l´angolo visuale dell’emersione e quello della riforma del lavoro con un triplice scopo: illuminare la “nuova fase” della politica economica in proposito – anche rispetto al sommerso da “integrazione europea”; proporre una generalizzazione della politica UE per l’emersione; discutere la possibilità che un progresso effettivo della quantità e della qualità del lavoro contribuisca all’evoluzione positiva della nostra democrazia liberale ad economia di mercato. La conclusione è che, sorprendentemente, la versatilità del contributo di Marco Biagi apre prospettive inedite su terreni adiacenti a quelli iniziali (come è appunto quello dell’emersione) e suggerisce soluzioni teorico-applicative ulteriori, in una logica d’interesse pubblico.

Sud: liberare lo sviluppo
Luca Meldolesi, Carocci, Roma, 2001

Sprigionare le energie latenti del Mezzogiorno è la tesi di politica economica dello sviluppo esplorata dal presente volume, nella logica dell’approfondimento della democrazia e del perseguimento della piena occupazione regolare. A tal fine, l’autore presenta uno schema che consente di valutare con semplicità le politiche correnti dal punto di vista del clientelismo. Analizza alcuni punti dolenti dell’impostazione fin qui seguita e si interroga sul come porvi rimedio. Propone la tesi dello sprigionamento dello sviluppo locale e dell’emersione nei cento Mezzogiorno – tramite il perseguimento di politiche adatte a ciascuno di essi e la costituzione attenta di piccoli Centri tecnici ad esse corrispondenti. Collega infine il ragionamento agli addensamenti di piccola e media industria ed alle vocazioni produttive rilevate in tante zone del Sud per discutere le vie più utili al raggiungimento dei risultati desiderati.

Dalla parte del Sud
Luca Meldolesi, Laterza, Roma-Bari, 1998

Un libro che ribalta molti luoghi comuni sull’economia e sulla società meridionali. Esso non nega le difficoltà del Mezzogiorno, ma sostiene che in un’epoca di integrazione dei mercati, di limitazione dei fondi pubblici disponibili e di presenza crescente dell’Unione Europea nella vita del paese esiste oggi un’importante opportunità. E il Sud dimostra ampiamente di poterla cogliere. Lo testimoniano le esperienze registrate e analizzate in questo volume, come per esempio quelle a Grumo Nevano, o alla Bridgestone Firestone di Bari.

Alla scoperta del possibile
Il mondo sorprendente di Albert O. Hirschman Luca Meldolesi, Il Mulino, Bologna, 1994

Il lavoro di Albert O. Hirschman gode di un ampio riconoscimento internazionale. Concetti chiave come le asimmetrie commerciali, i collegamenti, il possibilismo, la mano nascosta, l’uscita e la voce, le passioni e gli interessi, i coinvolgimenti mutevoli e la retorica dell’intransigenza hanno avuto grande risonanza nell’economia e in altre scienze sociali. Ma a causa della molteplicità delle strutture analitiche e dell’inafferrabile maestria della loro costruzione, non è facile trarre effettivamente insegnamenti anche da opere accessibili e piacevoli da leggere.

In questo volume, che costituisce il primo approfondimento completo del pensiero hirschmaniano, Luca Meldolesi ha seguito un itinerario logico-genetico che introduce progressivamente il lettore, attraverso i vari percorsi che collegano gli scritti di Hirschman, al suo laboratorio intellettuale. In questo modo, lungo un viaggio di biografia e scrittura che inizia durante i tumultuosi anni Trenta in Europa e prosegue nel Nord e nel Sud America, intrecciando finalmente il suo arazzo attraverso tre continenti, questo volume porta alla luce una struttura di pensiero che rivela un’invidiabile unità di ispirazione. Una metodologia flessibile e sfaccettata, uno sforzo intellettuale in più direzioni e una straordinaria ricchezza di risultati hanno portato Hirschman a compiere un’impresa che lascia al lettore una doppia lezione, sia sul piano dell’intelletto che della responsabilità civica.

Spendere meglio è possibile
Luca Meldolesi, Il Mulino, Bologna, 1992

Molti avvertono il bisogno di non vedere ciò che hanno sotto gli occhi. Ma, utilizzando l’esperienza quotidiana, è possibile trasmettere loro un messaggio di fiducia in quel cambiamento possibile che essi considerano precluso. Il presente volume, nato dal confronto con i paesi sviluppati a cui amiamo riferirci, affronta il tema chiave della spesa pubblica e del funzionamento dello Stato. Esso traccia un cammino induttivo (prima che deduttivo) dal Centro al Mezzogiorno al Nord con l’intenzione di toccare con mano alcune spinose questioni: dalla mancanza della valutazione della spesa, che priva il paese di un indispensabile ‘feed-back’, alla condizione spesso abominevole dell’impiego pubblico, ai limiti del tecnicismo, alle esigenze della liberalizzazione meridionale, fino ai problemi produttivi dell’incontro con l’Europa e al finanziamento dei partiti. Filo conduttore è il tentativo di identificare gradualmente i diversi aspetti della ‘maladie d’amour’ che travaglia il paese, di capirne le ragioni psicologiche, ad un tempo storiche e contemporanee, e di identificare via via una serie di politiche pratiche, piccole e grandi, alla portata dei cittadini che, rendendo al paese un po’ di fiducia nelle sue capacità, potrebbero incoraggiarlo a impegnarsi a fondo per superare un’asperità particolarmente scoscesa della sua lunga storia.