Stato Amico

Stato amico

 

Fin dalle prime esperienze degli anni ’90 del ‘900 abbiamo lavorato perché l’amministrazione pubblica si comportasse come uno “Stato amico che non si fa imbrogliare”.  Notavamo che l’inefficienza nell’affrontare problemi che riguardavano le imprese, i servizi, l’istruzione e in generale il benessere dei cittadini si accompagnava a comportamenti opportunisti inveterati da parte della popolazione. E parlavamo di tre flagelli da combattere (corruzione, clientelismo, corporativismo).

 

Le proposte per l’industrializzazione leggera nel Mezzogiorno, per l’emersione del lavoro non regolare, per lo sviluppo locale, formulate a partire dalla conoscenza del territorio e da prime sperimentazioni, facevano appello alla responsabilità degli amministratori pubblici per rispondere ai bisogni di emancipazione delle realtà locali,  superando le logiche burocratiche che avevano finora bloccato le potenzialità esistenti.

 

Negli anni successivi, a più riprese e in diversi campi di intervento, si sono fatte esperienze in materia. Una sintesi di questa impostazione è rinvenibile nei “Cinque punti” tracciati da Luca Meldolesi in La quarta libertà  (Bonanno, 2007, p. 91-94), che si possono sintetizzare così:

  • Modificare la logica dell’amministrazione attribuendo al risultato la stessa dignità assegnata alla legittimità degli atti e delle procedure
  • Sostituire il principio tradizionale della sfiducia verso i dipendenti e verso terzi con quello della fiducia fino a prova contraria. Ciò richiede un elevato grado di responsabilità dei funzionari
  • l’acquisizione di responsabilità implica un’interazione positiva, soggetto-oggetto, per fasi successive, per apprendimento teorico-pratico e per riconoscimento del merito individuale fondato su risultati effettivamente conseguiti
  • gli enti pubblici ordinati verticalmente e/o orizzontalmente devono seguire tra loro comportamenti cooperativi e solidali: nel rispetto delle competenze e delle iniziative di ciascuno, il concorso di più volontà e la loro concentrazione consapevole rispetto allo scopo comune risultato indispensabiliper affrontare tutti i temi decisivi
  • gli uffici devono essere messi in condizione di organizzare liberamente il proprio funzionamento in vista del risultato migliore possibile, all’interno di un sistema di sussidiarietà verticale attiva .