Venti del Sud n.19 – Ottobre 2024

Venti del Sud n.19 – Ottobre 2024

Una Visione di Innovazione Sanitaria a Impatto Sociale. L’esperienza di Doctorium

di Laura Fantini*
Intervista a Eugenio Marino e Michela Carollo, cofondatori di Doctorium**

Nel panorama in rapida evoluzione della sanità digitale, Doctorium si è affermata come una piattaforma rivoluzionaria, capace di offrire una soluzione innovativa a molte delle sfide più urgenti nel settore sanitario italiano. È una piattaforma di telemedicina all’avanguardia ricca di servizi altamente innovativi, dedicati alla salute e al benessere dell’utente, che spaziano dalla televisita o videoconsulto, alla possibilità di monitorare i propri indici di salute.

Nasce dall’idea di quattro professionisti e amici uniti dalla comune passione per il proprio lavoro e dal forte interesse per le moderne tecnologie che permettono di risolvere i problemi di salute delle persone. In particolare, la piattaforma è stata sviluppata per affrontare i problemi di accesso alle cure sanitarie per superare le difficoltà geografiche, economiche e sistemiche che ostacolano l’assistenza medica tempestiva.

Attiva dalle 7 alle 23, per 365 giorni l’anno, Doctorium assiste con grande professionalità, preparazione ed umanità le persone che hanno un problema di salute riducendo, nel contempo, i tempi e le difficoltà di spostamento dal proprio ambiente domestico. Oggi Doctorium fa affidamento su 350 medici, con almeno 5 anni di esperienza in 44 specializzazioni, per garantire un servizio di altissima qualità in un tempo d’attesa medio di 3-4 ore ai suoi oltre 5.000 utenti.

Da dove nasce l’idea di Doctorium?

L’idea è nata da una questione personale, ci racconta Eugenio, “quando io stesso ho avuto bisogno di un consulto per mio nonno, che non poteva spostarsi da casa e non si trovavano medici perché eravamo sotto le feste natalizie. In quei giorni ho contattato amici medici, che potevo chiamare quando mi serviva e abbiamo usato soprattutto i programmi per effettuare videocall (skype, zoom ecc.). Una sera avevo proprio bisogno e sono andato online per cercare un medico; mio nonno aveva una patologia terminale e in quel momento mi serviva un epatologo, cercavo e non trovavo nulla. Avevo trovato solo una piattaforma, alla quale dovevo inviare un messaggio e mi avrebbero risposto in uno o due giorni, ma a me serviva subito. Alla fine di questa ricerca infruttuosa, chi è riuscito a risolvere il problema è stato il geriatra di mio nonno, che mi ha risposto alle undici di sera perché era un amico. Se quella sera avessi trovato un medico con cui parlare online l’avrei fatto subito. Se quel giorno avessi trovato un medico, oggi Doctorium non esisterebbe e noi non saremmo qui.”

 

Come mai questo progetto nasce e si sviluppa al Sud d’Italia?

“Siamo partiti dal Sud perché noi viviamo qui. Purtroppo, in Calabria viviamo costantemente il problema della sanità dopo tanti anni di commissariamento. A maggior ragione lo sentiamo perché noi siamo medici, quindi sperimentiamo ogni giorno in prima persona quali sono le problematiche che incontrano sia i medici che i pazienti. È un problema nazionale, che riguarda tutto il paese, ma al sud le cose peggiorano. Questo è stato anche il nostro modo di aiutare le persone a superare questo ostacolo. Il problema esiste certamente anche a Milano, ma qui tutto è accentuato anche dalla migrazione sanitaria, dalle problematiche legate all’assistenza domiciliare. Sono tantissime le difficoltà che il paziente incontra quotidianamente, dall’ affrontare quella che è semplicemente una prevenzione, fino all’avere la diagnosi della patologia, ad essere seguito, ad avere la terapia e tutto il follow up che è fondamentale per la cura.

La nostra sede legale è qui a Catanzaro; ci avevano contattato anche altre società, da Bologna e da Milano, che offrono un servizio simile a quello offerto da Entopan Innovation, ma abbiamo rifiutato, abbiamo deciso di rimanere, piuttosto che andare con una società del nord. Molti se ne vanno anche per una questione di agevolazioni, perché ‘fuori’ si trovano più facilmente fondi, si può partecipare a molti bandi. Inoltre, qui al Sud si sta parlando di startup solo recentemente, fino a poco tempo fa neanche si sapeva cosa fosse una startup….non lo sapevamo neanche noi, mentre ‘fuori’ stanno dieci anni avanti su queste cose. Noi – speriamo non sbagliando – siamo calabresi e abbiamo deciso di restare in Calabria.”

 

L’importanza della collaborazione con Entopan Innovation

Un elemento cruciale nel successo di Doctorium è stato il supporto ricevuto da Entopan Innovation, che ha permesso alla startup di accedere a fondi essenziali per lo sviluppo della piattaforma, come il fondo ‘Seed al Sud’ di Invitalia, che ha garantito un investimento di 430.000 euro. Ma la collaborazione con Entopan Innovation è andata oltre il semplice sostegno economico. Come sottolineato dai fondatori, Entopan Innovation ha aiutato Doctorium a delineare meglio la propria idea imprenditoriale, guidando il gruppo nell’organizzazione delle priorità e nell’affinamento del modello di business.

Entopan Innovation ha creato un rapporto personale con il team di Doctorium, trasformando una semplice collaborazione in una vera e propria ‘famiglia’. Questo legame ha permesso a Doctorium di evolversi da una semplice idea a una piattaforma operativa che oggi sta contribuendo a rivoluzionare il modo in cui i pazienti accedono ai servizi sanitari, combinando tecnologia e umanità.

Come ci raccontano Eugenio e Michela: “Siamo stati seguiti tanto e non è una cosa scontata. Perché, ora stiamo parlando di Doctorium che è già un progetto avviato, ma noi siamo arrivati da Entopan Innovation con una semplice idea, e credere in un’idea non è la stessa cosa che credere in un progetto già pronto, già avviato sul mercato, ma significa anche credere nelle persone.

Anche la rete amicale ha giocato un ruolo fondamentale per la vita di Doctorium. Abbiamo coinvolto molto gli amici; buona parte dei medici che hanno visitato mio nonno all’epoca sono sulla piattaforma, sono stati tra i primi ad entrare nella piattaforma e hanno anche fatto incuriosire dei loro colleghi. Doctorium è nato dall’iniziativa di quattro amici. All’inizio ci siamo rivolti a molti amici, molti non hanno creduto nell’idea, ci hanno detto di no e hanno lasciato il progetto. Altri hanno accettato di esserci, ma non come soci, senza investire propri fondi, ed oggi ricoprono delle mansioni e ruoli anche importanti dentro Doctorium. Altri ancora hanno detto di sì ed hanno investito. Per mia volontà non ho chiesto neanche un euro alla famiglia, ho investito i miei soldi. Noi quattro soci fondatori, essendo già medici con uno stipendio, siamo riusciti a mettere un capitale iniziale e ad autofinanziarci mettendo 500 euro ciascuno al mese, fino ad un totale di capitale investito da noi quattro di circa 120 mila euro.

La nostra idea nasce nel 2014 e abbiamo iniziato a svilupparla nel 2016, quando abbiamo creato la società, poi dal 2016 al 2019 abbiamo sviluppato la piattaforma. Nel 2020 siamo andati online, e a dicembre dello stesso anno siamo entrati in contatto con Entopan Innovation, con cui abbiamo iniziato a collaborare e che da subito è diventata socia in una piccola percentuale.

Entopan Innovation ci ha seguiti nella cosiddetta fase di incubazione, che è durata 2 anni, ci ha aiutato a definire meglio l’idea, che per noi era nebulosa. Ci ha permesso di perimetrare bene l’idea, che significa aiutarci a mettere ordine, a dare delle priorità. Noi siamo medici e conosciamo tutte le questioni sanitarie, invece dal punto di vista dell’organizzazione non ne sapevamo molto. Ad oggi siamo nella fase di accelerazione e stiamo discutendo con Entopan Innovation dell’opportunità di rinnovare la reciproca collaborazione.”

 

 

Qual è il Valore Sociale del progetto?

Il cuore di Doctorium risiede nella sua missione di migliorare l’accessibilità sanitaria, in particolar modo nelle aree remote e con scarse strutture sanitarie. Nel Sud Italia, una regione che da anni affronta le difficoltà di un sistema sanitario commissariato, l’urgenza di rispondere ai bisogni dei pazienti è particolarmente accentuata. Doctorium non è solo una piattaforma che facilita le visite mediche a distanza, ma uno strumento che consente una riduzione dei costi e dei tempi di attesa, offrendo consulti rapidi e accurati da parte di medici selezionati con una comprovata esperienza clinica.

La piattaforma permette ai pazienti di ottenere un consulto medico specialistico entro poche ore, garantendo così un accesso immediato a cure che spesso, nel sistema sanitario pubblico, richiederebbero mesi di attesa. Questo approccio non solo migliora la qualità delle diagnosi, ma contribuisce anche alla prevenzione e alla gestione tempestiva delle patologie, riducendo la necessità di spostamenti fisici, un fattore critico per pazienti anziani o con mobilità ridotta.

Un Modello di Innovazione Armonica.

Doctorium non si limita a offrire servizi di telemedicina. La piattaforma si distingue per la sua ‘visione armonica’. Come ci raccontano i fondatori “noi vogliamo riportare il medico al letto del paziente, ma in maniera diversa, cioè, utilizzando le tecnologie senza però perdere l’elemento umano che caratterizzava la sanità di un tempo. Togliamoci dalla mente che sia ancora possibile avere quella sanità che esisteva ai tempi dei nostri nonni, che, quando stavano male chiamavano il medico, il medico condotto, che era ‘tuttologo’, ti faceva anche partorire a casa se necessario. Adesso non è più possibile per vari motivi: non ci sono abbastanza medici, la gente vive nelle zone più disparate, esiste la superspecializzazione, l’avvento di internet, ecc. Parliamoci chiaro, chi di noi oggi si farebbe aiutare a partorire dal medico condotto? E lui non lo potrebbe neanche fare”.

Come affermato dai fondatori, l’obiettivo è abbattere le barriere fisiche e culturali, ricreando quel rapporto di fiducia tra medico e paziente attraverso strumenti digitali, ma sempre dando priorità alla qualità del servizio e alla risoluzione del problema del paziente.

Cosa rende Doctorium diverso dalle altre piattaforme di medicina telematica?

“Tra i nostri valori aggiunti possiamo vantare la riduzione dei tempi e dei costi di un consulto medico. Da un lato, forniamo l’immediatezza del consulto, per il quale il tempo di attesa è in media di 3-4 ore, e la disponibilità 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Dall’altro lato, l’abbattimento degli spostamenti produce direttamente due effetti positivi: l’accesso ai pazienti che non possono spostarsi o che hanno una mobilità ridotta per i quali sarebbe necessaria un’ambulanza, e la riduzione dei costi. Quando parliamo di costi, intendiamo sia i costi attivi che quelli passivi. I primi riguardano i costi di spostamento (viaggi, alloggio, benzina, parcheggio), i secondi riguardano i costi del care giver. Ad esempio, se dovessi accompagnare mia mamma a fare una visita dovrei prendere un giorno di ferie, se fossi un lavoratore autonomo perderei un giorno di guadagno, se possedessi un negozio diventerebbe un problema. Infine, i nostri costi sono molto inferiori a quelli del privato, si avvicinano quasi ad un ticket del Servizio Sanitario Nazionale. Noi chiediamo al medico quanto prende privatamente per una visita e gli chiediamo di fare la consulenza sulla nostra piattaforma ad almeno il 30% in meno. Proprio perché manca la parte fisica, il paziente si aspetta di pagare qualcosa in meno rispetto ad una visita in presenza.

Un altro valore aggiunto sta nel fatto che noi offriamo una vasta scelta di medici selezionati. Il paziente può scegliere il medico, ma a monte è già stata fatta una selezione da noi. I medici che stanno sulla nostra piattaforma sono medici specialisti selezionati, con una provata esperienza di almeno 5 anni di attività clinica alle spalle; noi non prendiamo medici neolaureati, perché per noi l’esperienza è fondamentale.”

Per farci capire meglio, Eugenio e Michela ci spiegano: “Ad oggi esistono due tipi di piattaforme: le piattaforme di gestione e le piattaforme di servizi. Le piattaforme di gestione sono quelle alle quali ci si accede e si trovano mille medici, il medico paga per essere ‘messo in vetrina’ ed il paziente prende appuntamento. Questi mille medici non si parlano tra di loro, non hanno nessun legame. Diversamente le piattaforme di servizi – e noi siamo una piattaforma di servizio – oltre alla possibilità di contattare i medici, prevede che questi medici si parlino e collaborino tra loro per il bene del paziente. Io posso parlare con uno pneumologo, il quale mi dice che c’è bisogno di un cardiologo, il quale legge quello che ha scritto l’altro medico, esattamente come succede in ospedale. In altre parole, noi facciamo una consulenza multispecialistica e, come succede in ospedale, la cartella clinica del paziente è fatta da diverse consulenze.”

L’importanza dei valori etici

“Infine, e cosa più importante, ci differenziamo per la nostra etica. In alcune piattaforme i guadagni vengono dai medici: più medici si hanno e più si guadagna, di conseguenza le altre piattaforme non mettono un limite al numero dei medici. Da noi, i medici non pagano, non farei mai pagare un collega… un collega da un collega non deve prendere soldi. Di conseguenza, il numero dei medici è limitato, dev’essere un numero giusto affinché il servizio possa crescere, ma allo stesso tempo non diventi troppo pesante dal punto di vista fiscale. Per noi, il guadagno viene dai pazienti. In altre parole, mentre nelle altre piattaforme il fatturato aumenta in proporzione al numero dei medici che si iscrivono alla piattaforma, da noi aumenta in proporzione al numero dei pazienti che richiedono i nostri servizi.

Questo deriva dal fatto che il nostro obiettivo non è quello di mettere il medico in vetrina, ma è quello di risolvere il problema che presenta il paziente. Nelle altre piattaforme si ha un certo numero di medici ed è il paziente a sceglierne uno in base al problema che pensa di avere e a prenotare un appuntamento (e nel 90% dei casi il consulto avviene in studio). Noi invece, oltre a non fornire i dati del medico, quali indirizzo di studio o numero di telefono (non gli facciamo pubblicità!), offriamo un triage medico, il paziente arriva da noi e ci illustra il suo problema e noi lo indirizziamo dallo specialista più indicato per la sua patologia, per il suo problema. Molte volte il paziente sbaglia. Ad esempio, proprio ieri un paziente cercava un medico specialista in nutrizione clinica per avere un farmaco per il dimagrimento, ma si tratta di un farmaco che tratta il diabetologo, e così noi lo abbiamo indirizzato. Su altre piattaforme lui sarebbe andato da un nutrizionista, che alla fine gli avrebbe detto che non si occupava di queste cose, ma in quel caso il paziente avrebbe comunque pagato la visita.

Ovviamente, il vantaggio di stare sulla nostra piattaforma è anche per i medici, in quanto vengono indicizzati nelle ricerche su google, e se la patologia del paziente lo necessita possono loro stessi fornire i loro riferimenti e continuare il rapporto privatamente tramite visite in presenza.”

 

Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?

“La fase di avvio di Doctorium è stata molto complicata. I medici che contattavamo ci chiedevano dove fossero i pazienti, e i pazienti ci chiedevano dove fossero i medici. Non riuscivamo a popolare la piattaforma. Poi abbiamo inserito i primi medici, alcuni dei quali sono colleghi e amici, che hanno fatto quelli che si chiamano i ‘beta test’, i testi iniziali, e siamo riusciti ad inserire i primi 5, 6 medici. Da lì, piano piano, la piattaforma è cresciuta ed oggi riusciamo a gestire la domanda e l’offerta. Alcuni di questi medici erano medici amici, altri amici di amici e persone che abbiamo reclutato.

Prima del Covid le persone non credevano nel video consulto, non sapevano cosa fosse la telemedicina, non sapevano cosa fosse la televisita, molti ci chiamavano pensando che fossimo un centro medico e quando rispondevamo che offrivamo videoconsulti non ci credevano, ci chiedevano “cosa sono queste cose? come fate a visitare la persona al telefono?”. Non riuscivano a comprendere la differenza tra una visita al telefono ed una televisita con tanto di parte video, con possibilità di caricare documenti, di condividere, di chattare, di mostrare, di poter caricare immagini ad alta risoluzione senza compressione (noi non comprimiamo le immagini proprio perché il nostro obiettivo è mostrare la situazione esattamente per quella che è, non dobbiamo risparmiare spazio).

Le difficoltà ci sono ancora quotidianamente. Le persone ancora non si fidano della piattaforma, del servizio online, ancora non c’è la cultura. All’inizio anche da parte dei colleghi, dei medici stessi, non c’era la conoscenza, non si capiva cosa fosse, oggi invece si conosce ma c’è ancora diffidenza. È la stessa cosa che è successa con le carte di credito. Fino a 20 anni fa si usavano le carte di credito solo in casi eccezionali, mia mamma, ad esempio, aveva il timore che le sottraessero il denaro. Oggi puoi fare tutto con la carta di credito e non puoi fare quasi nulla senza. Oggi siamo in questa fase: so che esiste la televisita, so che cos’è, so come funziona, ma non la uso perché ho un po’ di diffidenza.”

Abbattere la barriera culturale tramite l’esempio dei casi positivi

“Gran parte dei nostri medici vengono dal nord d’Italia. Purtroppo, qui al sud c’è spesso ‘l’amico dell’amico’. Non c’è ancora la mentalità capace di accettare un servizio di telemedicina. Tramite la comunicazione (articoli, post) stiamo tentando di far capire che non sempre è necessaria la visita frontale, del resto la normativa lo prevede in tutti quei casi che non necessitano dell’esame obiettivo. Ma ancora oggi molti pazienti sono convinti che dal medico ‘bisogna andare’. Un esempio che mi è capitato di recente, una paziente, una persona che già conoscevo mi ha chiesto una visita per un problema alla colonna. Io le ho indicato il medico con cui parlare online e le ho suggerito di caricare la risonanza magnetica sulla piattaforma. Lei mi ha risposto che voleva per forza una visita in presenza. Questo succedeva a febbraio 2024; ha ottenuto un appuntamento in presenza solo a fine luglio 2024 e il medico dopo aver visto la risonanza le ha detto che non c’era bisogno di visita. Il consulto online avrebbe avuto lo stesso esito ma sarebbe stato disponibile il giorno stesso.

Questa barriera culturale è allo stesso tempo anche una questione generazionale. Le persone che hanno più bisogno di questo genere di consulti sono cresciute senza internet e quindi non si fidano della visita online. Al contrario tra dieci anni il maggior numero degli utenti sarà già più abituato a fare quasi tutto online.

Ora vorremmo pubblicare alcuni “case report” di contenuto scientifico su alcuni casi specifici che abbiamo gestito con successo. La piattaforma conta ormai più di 5.000 utenti, abbiamo molti pazienti che sono clienti fissi, che preferiscono rivolgersi a noi perché ci conoscono. Un “case report” sarà dedicato all’esperienza di una paziente affetta da un’osteoporosi gravissima, che aveva persino difficoltà ad alzarsi dal letto, aveva dolori a camminare e a stare seduta, non poteva neanche recarsi dal medico e che si è rivolta a noi. Inizialmente aveva richiesto un ortopedico, ma in realtà aveva bisogno di un reumatologo ed il nostro reumatologo le ha fatto fare la terapia – ovviamente con l’aiuto del medico di base, l’ha seguita per circa un anno e mezzo ed oggi questa persona cammina, non è più a rischio di frattura del femore, oggi non ha più dolore, oggi fa una vita normale. Inoltre, facendo tutti gli esami del sangue e dell’urina, facendo delle ecografie, facendo le tac e caricando tutti i referti all’attenzione del nefrologo, è risultato che la paziente aveva anche una lieve insufficienza renale, e siamo riusciti a sistemare uno squilibrio ormonale gravissimo che era una conseguenza dell’osteoporosi.”

Questo è un tipico caso di successo nel quale la piattaforma ha funzionato in tutto il suo potenziale: la paziente, che si è affidata ad un servizio di telemedicina, è stata indirizzata allo specialista giusto, le diagnosi sono state puntuali, i medici hanno lavorato in equipe, e tutto questo ha fatto la differenza per la vita della paziente.

 

Conclusioni

In sintesi, Doctorium rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa avere un impatto sociale positivo, migliorando la vita dei pazienti, riducendo i costi e i tempi di attesa, e offrendo un servizio di alta qualità accessibile a tutti.

La collaborazione con Entopan Innovation ha giocato un ruolo chiave nel trasformare questa visione in realtà, dimostrando che, con il giusto supporto e la giusta guida, anche una startup nata nel Sud Italia può diventare un modello di successo nel panorama della sanità digitale. Entopan Innovation ha da subito creduto nel potenziale dell’idea imprenditoriale che Eugenio, Michela e gli altri soci hanno portato alla sua attenzione, creando un ambiente collaborativo e ‘familiare’. È stata fondamentale nel guidare il team nell’organizzazione delle priorità, nell’affinamento del modello di business, nell’accesso ai fondi. È stata un attore cruciale per tutta la fase, che nel linguaggio delle startup si chiama ‘incubazione’, fino a diventarne socia.

L’approccio di innovazione armonica di Doctorium risiede nei valori sociali di cui è permeata e nella volontà di riportare il medico ’al letto del paziente’ grazie alla tecnologia, senza però perdere l’elemento umano che caratterizzava la sanità di un tempo. Come affermato dai fondatori, l’obiettivo è abbattere le barriere fisiche e culturali, ricreando quel rapporto di fiducia tra medico e paziente attraverso strumenti digitali, ma allo stesso tempo garantendo un servizio di alta qualità finalizzato sempre e unicamente alla risoluzione del problema del paziente.

Idee da ricordare

  • L’importanza della rete amicale e della fiducia nel valore delle persone nella fase iniziale di una startup
  • Credere nel potenziale di un’idea imprenditoriale significa anche credere nelle persone: il ruolo chiave giocato da Entopan Innovation, provider integrato di innovazione, nella fase di incubazione
  • Utilizzare l’innovazione tecnologica senza perdere l’aspetto umano
  • L’importanza dei valori etici nel perseguire la propria idea imprenditoriale
  • Abbattere la barriera culturale della diffidenza nei servizi di telemedicina fornendo l’esempio dei casi positivi

*Laura Fantini è direttrice dell’A Colorni-Hirschman International Institute; è esperta di cooperazione internazionale allo sviluppo e valutazione
** Questo articolo si basa sulle interviste a Eugenio Marino e Michela Carollo che si sono svolte il 6 agosto e 9 ottobre 2024.