Venti del Sud n. 12 – Marzo 2022

Venti del Sud n. 12 – Marzo 2022

Dall’associazionismo all’impresa. L’esperienza sociale stimola l’attività imprenditoriale 

Una storia di successo che, dalla Sicilia, ci parla di partecipazione, impresa e futuro, coniugando innovazione sociale e sostenibilità ambientale

Intervista di Sebastiano Patti (*) a Manuela Leone, CEO di New Circular Solution srl

Manuela Leone è siciliana, attivista ambientale, imprenditrice, insegnante di kundalini yoga e snowbordista. Dopo una lunga esperienza di vita all’estero, nel 2014 ha scelto di non restare esule e di tornare in Sicilia per costruire una nuova vita. È ciò che ha realizzato avviando New Circular Solutions (NCS).

Idee chiave

  • credere in sé stessi e in ciò che si fa;
  • puntare sempre sull’innovazione: non solo di processo e di prodotto, ma di pensiero;
  • porre sempre un’attenzione alta sulla proposta di valore;
  • accompagnare il cambiamento e non frenarlo.

 

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Cosa è New Circular Solutions e perché è nata?

Ambiente, questione rifiuti, sostenibilità e conversione ecologica hanno segnato profondamente gli ultimi dieci anni della mia vita nello studio, nell’attivismo, nella professione. New Circular Solution (NCS) nasce a giugno del 2020 dall’impegno e dal forte desiderio di più persone incontrate in questo cammino di contribuire e supportare la costruzione di una nuova imprenditoria più equa e sostenibile. NCS è un’impresa basata sul “capitalismo umano e naturale”. Nasce dalla sfida di offrire servizi ancora poco diffusi quali analisi LCA (Life Cycle Assessment), LCC (Life Cycle Costing), Bilanci Ambientali, servizi nuovi e uno speciale servizio creato da noi: la “Compost Value”. La Compost Value è un servizio su misura rivolto alle aziende e soprattutto agli enti comunali nella “impresa” comune di affrontare e raggiungere i goal della transizione ecologica ed economica attraverso valori di responsabilità sociale ed ambientale.

I bilanci ambientali sono una parte dei bilanci di sostenibilità, al momento obbligatori solo per le imprese quotate in borsa. Tuttavia, la parte ambientale riguarda gli impatti che il processo produttivo ha sull’ambiente e questo aspetto sta interessando sempre più anche le PMI, non quotate in borsa, che lo utilizzano per comunicare la propria anima green ai clienti, ai fornitori e a tutti gli stakeholder. LCA e LCC sono strumenti utilizzati per analizzare l’impronta ecologica che un’impresa lascia ogni volta che attiva un processo di produzione di beni e servizi.

Oltre a questi strumenti tradizionali dell’analisi ambientale di un processo di produzione, NCS ha inteso costruire un percorso innovativo di analisi con riferimento al trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani residui. Questa rappresenta circa il 35% della produzione totale dei rifiuti urbani: poterla diminuire, o addirittura azzerare, significa dare un grande contributo alla gestione dei rifiuti e alla salute dei territori.

Come farlo? Stimolando imprese e famiglie, e soprattutto i Comuni, ad adottare pratiche di gestione e di recupero della frazione organica dei rifiuti, ad esempio, attraverso il compostaggio. NCS ha predisposto un percorso gestionale innovativo, la Compost Value, per accompagnare famiglie, imprese e Comuni in questa direzione, anche attraverso strumenti di IoT innovativi e utilizzando l’innovazione tecnologica e sociale in ogni singola fase del processo, dal coinvolgimento al monitoraggio.

Quali sono i punti di forza di NCS?

Nonostante NCS sia una nuova realtà imprenditoriale posso affermare che sono la nostra “storia” e la nostra esperienza in questo settore che rappresentano il nostro maggiore punto di forza, insieme all’eterogeneità del team. NCS è infatti il risultato di una tessitura. I fondatori di NCS hanno maturato esperienze di studio e professionali diverse, ma le loro storie si sono intrecciate per anni attraverso confronti e scambi di idee e progettualità legate dal filo dalla passione per le tematiche ambientali in particolare della gestione virtuosa dei rifiuti. Tutti operano, già da molti anni, nell’associazione Rifiuti Zero Sicilia, che si raccorda con Zero Waste Italy e, attraverso essa, con le reti europee e mondiali di questo movimento ecologista. Io ho presieduto l’associazione regionale per tre anni, portando avanti, anche nella mia professione, la strategia Zero Waste, così come definita nella Carta Internazionale di Napoli della Zero Waste International Alliance.

Per effetto del lockdown, nel marzo 2020 queste storie personali e professionali hanno trovato un nuovo spazio in cui maturare. Il lockdown, infatti, ha reso ancora più visibili alcuni aspetti negativi della gestione dei rifiuti in Sicilia, ma non solo, e ha palesato la necessità sia per le PMI che per gli Enti locali di ricevere assistenza e consulenza professionale sul tema dei rifiuti. È assolutamente necessario un cambio di passo, c’è ancora molto da fare e non possiamo più aspettare. Tutto questo ci ha spinto a metterci in gioco, investendo sull’esperienza accumulata negli anni in materia di gestione dei rifiuti, di economia circolare e, oggi diremmo, di transizione ecologica.

L’essere costretti a stare in casa, ci ha spinto ad essere maggiormente produttivi e ho colto l’occasione straordinaria, data dal momento, di cucire insieme aspirazioni e fare incontrare questi percorsi. Così è nata una nuova identità, New Circular Solutions (NCS). La compenetrazione trasversale di ambiti, competenza ed esperienza sono diventate la nostra cifra per affrontare la sfida di quella che chiamo “la gestione della complessità”, e che sono certa sia la vera sfida del futuro di tutti, in particolare dell’imprenditoria. Il nostro motto è: il futuro migliore per ogni impresa è la propria impresa che guarda al futuro.

Cosa vuol dire essere imprenditrice al Sud?

Dal mio punto di vista significa raccogliere tutto il coraggio e nutrirlo costantemente. Essere capaci di automotivazione. Significa farsi sempre tante domande e coltivare il confronto con realtà anche lontane. Nel Sud Italia c’è una forte esigenza di guardare “oltre”, di dialogo e confronto: un rispecchiamento utile per uscire da una arretratezza strutturale, che oggi potrebbe rappresentare una grande opportunità di riscatto oltre che un’occasione di sviluppo che non possiamo permetterci di perdere.

Per me, fare impresa in Sicilia significa soprattutto dimostrare quanta capacità e ricchezza di idee e azioni sia capace di mettere in campo il Sud, in special modo in questa fase epocale che richiede di affrontare sfide come quella del cambiamento climatico e la necessità di costruire un nuovo modello economico e sociale.

Ci sono state conseguenze inaspettate del tuo lavoro e del tuo impegno come attivista?

Si. Innanzitutto, incontrare imprenditori e amministratori pubblici e scoprire che le piccole iniziative che abbiamo realizzato insieme sono diventate una leva per il cambiamento. Parlare con amministratori pubblici e cittadini mi ha permesso di constatare che azioni e comportamenti che sembravano impossibili da attuare si sono pian piano concretizzati. Ho potuto verificare che i risultati migliori arrivano dalla costruzione di sinergie trasversali, che abbracciano e valorizzano la reciprocità dei ruoli.

A tal riguardo, cito volentieri alcuni progetti legati all’esperienza maturata come attivista e durante la mia presidenza di RZS, che testimoniano questo successo: “Compostiamoci bene” attivato nel 2015 nel Comune di S. Venerina, in provincia di Catania, incentrato sulla diffusione pratica del compostaggio domestico. È stato il primo progetto in Sicilia ad avere apportato dati sull’incidenza del compostaggio domestico nella gestione della frazione organica dei rifiuti. Non ci si aspettava che sarebbe diventato uno dei modelli organizzativi al tavolo regionale dell’Ufficio Speciale per la Raccolta Differenziata, che ho avuto l’opportunità di coordinare, e che ha portato la Sicilia ad essere la prima regione in Italia a promuovere, attraverso dei regolamenti, il trattamento in loco della frazione organica dei rifiuti.

Il progetto “Montelepre comune rifiuti zero”, altro esempio di successo con conseguenze inaspettate. Qui si è realizzato un “Osservatorio comunale verso rifiuti zero” che ha portato un piccolo comune del Palermitano a raggiungere il 70% di raccolta differenziata. Montelepre, oggi, rappresenta uno dei comuni più rappresentativi per la strategia rifiuti zero in Italia.

Ed ancora, la “Casa del compost” realizzata a Ferla, in provincia di Siracusa. Questo progetto è diventato un esempio nello sviluppo del tavolo di lavoro regionale per l’emanazione di regolamenti, assumendo rilevanza a livello nazionale.

Parliamo di transizione ecologica: lo ritieni uno slogan alla moda o una reale possibilità di cambiamento?

Da diversi anni, durante incontri e dibattiti ai quali sono invitata ad intervenire, lancio una provocazione, ricordando che <<“Economia Circolare” non è l’economia (dei pochi) che circola>>. La provocazione intende stimolare una riflessione che include molte logiche non soltanto a livello locale, per cui il greenwashing e misunderstanding sono due fattori di rischio molto importanti nella gestione della complessità che caratterizza questo cambio di paradigma. “Transizione Ecologica” non significa convertire il proprio business attraverso la proiezione di una immagine differente: il cambiamento richiesto è concreto, radicale, direi “estremo”: siamo dinnanzi ad una nuova rivoluzione industriale. Se l’uomo è stato la causa del passaggio dall’olocene all’Antropocene, del cambiamento climatico, della crisi ambientale, ancora l’uomo può essere chiave della soluzione. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la transizione ecologica non è solo una sfida economica e globale, ma anche una sfida individuale, ecosistemica, locale, umana. Per questo credo che la transizione ecologica porti con sé una straordinaria possibilità di “evoluzione” piuttosto che di “semplice” cambiamento.

Quali sono gli elementi di innovazione introdotti da NCS nella gestione dei rifiuti?

La nostra innovazione si basa sullo sviluppo di una catena di valore per i territori basata su un sistema di trattamento in loco della frazione organica dei rifiuti urbani. Abbiamo chiamato questa innovazione di processo Compost Value: per attuarla ci serviamo delle opportunità offerte dai sistemi dell’information technology. Il nostro servizio Compost Value è innovativo perché è coerente con quanto stabilito nella direttiva europea 2018/851 in materia di rifiuti e con l’obbligo di separazione degli scarti organici. La raccolta dell’organico è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e la riduzione dei costi economici e ambientali.

Il nostro metodo ha il merito di coinvolgere le persone e le comunità in questo processo per la gestione virtuosa attraverso un’innovazione di processo e il sostegno tecnologico.

Abbiamo già avviato azioni di formazione professionale in grandi aziende che stanno investendo nello sviluppo di una cultura ambientale e sociale all’interno della loro impresa. Stiamo costruendo partenariati con associazioni di categoria, università e enti pubblici per offrire il nostro contributo innovativo allo sviluppo degli obiettivi di sostenibilità globale. 

Qual’ è il contributo innovativo specifico di NCS?

NCS offre “Nuove Soluzioni” a processi già esistenti inefficaci e obsoleti nell’ottica della complessità aziendale, basate sull’analisi, ottimizzazione, formazione aziendale utili ad accompagnare le realtà nel processo della transizione ecologica. Ci rivolgiamo sia a enti pubblici locali sia alle piccole e medie imprese. In particolare, in questa prima fase, abbiamo scelto di offrire la Compost Value a piccoli Comuni con popolazione non superiore a cinquemila abitanti. Tra le PMI abbiano privilegiato quelle che operano nel settore della ricettività turistica, alberghiera ed extralberghiera. A questo riguardo, NCS ha già avviato convenzioni con alcune associazioni di categoria del territorio siciliano. Il contributo innovativo consiste nel misurare il nostro lavoro e quello dei nostri partner attraverso il raggiungimento di obiettivi incentrati sulla creazione di valore, non solo economico, ma sociale e ambientale.

Parliamo di relazione tra sostenibilità sociale e ambientale, in che modo è intesa e attivata da New Circular Solutions.

La riteniamo una relazione simbiotica: non esiste sostenibilità sociale senza sostenibilità ambientale. La connessione tra esseri viventi (umani e non), ambiente e natura è la base di ogni aspetto della vita. Il sistema economico industriale ha completamente stravolto questo intrinseco e ineludibile equilibrio, trasformando profondamente la relazione di tutti gli esseri viventi con la natura al fine di produrre (presunto) benessere per pochi, a discapito del benessere dell’ecosistema nella sua integrità. È bene ribadirlo: non può esistere sostenibilità sociale senza sostenibilità ambientale.

Quali sono le sfide future?

La nostra sfida per il futuro è costruire un’impresa che guarda simultaneamente al presente e al futuro puntando sull’innovazione non solo di processo e di prodotto, ma di pensiero, credendo in sé stessi e in ciò che si fa.

Questo corrisponde alla nostra visione imprenditoriale: contribuire, dal proprio angolo di mondo, a costruire modelli di azione e di impresa con il minore impatto possibile sull’ambiente e maggiore valore sociale. Costruire la transizione ecologica in partenariato strategico con aziende e organizzazioni che mirano a riconvertire o strutturare eco-logicamente la loro attività.

Sviluppare sistemi di gestione e monitoraggio della frazione organica dei rifiuti con l’obiettivo di ridurre quasi completamente il loro impatto, questo significa che il rifiuto organico deve tornare ad essere ciò che è: nutrimento per la terra.

Idee da ricordare

La transizione ecologica non è solo una sfida economica e globale, ma anche una sfida individuale, ecosistemica, locale, umana. Se l’uomo è stato la causa del cambiamento climatico, della crisi ambientale, ancora l’uomo può essere chiave della soluzione.

Tra sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale sussiste una relazione simbiotica, non esiste l’una senza l’altra.

In un passaggio epocale come quello che stiamo vivendo, il Sud può dire la sua mettendo in campo la grande ricchezza di talenti e idee che gli è propria, indispensabili, ora più che mai per affrontare sfide come quella del cambiamento climatico e la necessità di costruire un nuovo modello economico e sociale.

 

Sebastiano Patti è docente presso l’Università di Catania, dove insegna economia politica. È impegnato in attività di ricerca in economia ambientale, economia pubblica e microeconomia.