Bollettino n. 2.2 Due Tabù

Bollettino n. 2.2 Due Tabù

Due tabù

Casalinghi a Boston? Ebbene sì.

Mi è tornato in mente Sam Bowels a Siena.

Questo allievo talentuoso di John Galbreith, faceva la mia stessa professione (economista teorico). Negli anni ’60 del secolo scorso amava “visting” Siena perché mi diceva “qui ogni giorno è uguale all’altro”.

In un certo senso, potrei dire la stessa cosa per il visiting di Nicoletta e mio presso il Boston College di oggi.

Scendo di casa la mattina per acquistare il NYT nel negozietto di un esule siriano che vuole imparare qualche parola di italiano. Bella giornata, gli ho detto oggi. Intendevo dire: fredda sì, ma con il sole. Bella giornata mi ha risposto.

Poi risalgo: leggo, penso un po’ al mio prossimo libro, scrivo una paginetta-bollettino.

Inoltre posso scegliere tra tre biblioteche dirimpettaie: una popolare, simpatica, di ogni età, frequentata dai colori dell’arcobaleno; un’altra silenziosa e accogliente, perfetta per leggere; una terza immensa: dove si va a cercare libri di ogni epoca.

Sì, d’accordo, penserete: ma è tutto qui?

No. Nicoletta ed io abbiamo anche il desiderio di “tendere” un filo tra i due continenti.

Esagerati? Beh, ho scritto un filo

Vale a dire: abbiamo accresciuto le nostre conoscenze sugli americani-italiani di origine meridionale. E siamo giunti alla conclusione che, se riuscissimo a realizzare ciò che abbiamo in mente, se ne avvantaggerebbero sia alcuni gruppi loro, sia “Il nostro Mezzogiorno”.

Infatti, qui abbiamo trovato una realtà più matura ed elevata di quella che ci aspettavamo.

Parliamo di un 10% della popolazione degli Stati Uniti: pari a una metà della popolazione italiana…

Le “little Italy” sono poco più di un ricordo, mentre la fase dell’“americanizzazione” spinta è in gran parte superata.

Siamo in un’epoca di simpatia e di ritorno d’interesse italico.

Nella comunità americano-italiana in notevole ascesa contano giustamente la storia e la cultura nostre: quelle d’ambedue i lati dell’Atlantico.

Come combattere il pericolo dello sparpagliamento e della dispersione (nonostante una trentina di associazioni principali)?

Forse ispessendo e qualificando (anche tramite nuove tecnologie) la ragnatela esistente.

Ma, come vi ho già accennato, intravedo a questo proposito due tabù da ammansire e superare.

Uno è settoriale, interno alla comunità italica. Perché le sue “ali” – quella umanistica e quella imprenditoriale – prese come sono dai loro sforzi ascensionali, non riescono a dialogare.

L’altro tabù è spaziale. Perché, a parte il turismo e i parenti, i pochi che si avventurano a Mezzogiorno, è facile che se ne ritraggano.

Sì, è proprio così.

Vista da questa parte dell’Atlantico, la comunità italica, nonostante la sua numerosità e la sua straordinaria possanza, ci appare “incagliata” a quei due tabù che affiorano dalle acque.

Possiamo aiutarla a sbloccarsi – per quel poco che ne siamo capaci?

Qui, per l’appunto viene a fagiolo il “tendere un filo”.

Stiamo ipotizzando un punto d’incontro nella corteggiatissima Toscana tra cultura ed imprenditorialità di ambedue le sponde.

Non sarà facile, richiederà molti incontri e tappe successive.

Ma forse è un obiettivo che possiamo porci.

Interessa?

(prosegue)

Luca il vecchio