25 Gen Bollettino n. 2 Cultura
Cultura
Eh sì, m’è venuto da esclamare tra me e me: si fa presto a dire terroristi (intendendo gruppetti di fanatici islamici che bisogna semplicemente annientare).
Già dopo la distruzione delle torri gemelle, chi avesse voluto cercarne le radici le avrebbe trovate in Egitto un secolo fa. Ma poi abbiamo dovuto subire la ricerca dell’ago nel pagliaio, dall’Afganistan all’Iraq; le gesta dello Stato islamico; la guerra civile siriana che ha distrutto un’intera primavera. Infine ci è stato spiegato che non esisteva più una vera dirigenza terrorista e che ormai alcuni gruppetti di terroristi si erano sparpagliati in vaste zone africane – come dire: c’è poco da preoccuparsi…
Ah sì? Potevamo ritirarci? E le donne afgane?
E ora? Come la mettiamo? Dopo che il governo israeliano di ultra-destra, nel suo delirio di onnipotenza antipalestinese, ha spostato l’esercito a favore degli insediamenti illegali della West Bank ed è caduto così nella trappola sotterranea innescata dall’orrendo massacro di Hamas. Dopo che persino la Turchia ha considerati patrioti, invece che terroristi, i combattenti di Hamas.
Dopo che la furiosa reazione dell’esercito israeliano ha semidistrutto Gaza uccidendo oltre 25mila palestinesi in maggioranza donne e bambini. Dopo gli scontri con gli Hezabollah, la discesa in campo degli Houthi, i 140 attacchi alle basi americane che si sono verificati dopo il7 ottobre (con 70 feriti US: è già molto che non ci sia scappato il morto con le sue probabili conseguenze!). E ancora: dopo che è diventato chiaro che Teheran docet; che migliaia di droni iraniani sono già impiegati dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina; che lo saranno presto i nuovi missili ad altra precisione di Teheran (a cui gli iraniani hanno dato il nome simbolico di una battaglia del settimo secolo (!) in cui i mussulmani sconfissero una tribù ebraica). Dopo che potrebbe entrare in partita anche la Corea del Nord. Dopo che gruppi islamisti armati sono presenti in tanti paesi, e migliaia di dimostrazioni popolari hanno chiesto giustizia per i palestinesi…
Sottovalutare gli avversari è sempre stato un gravissimo errore. Ma in questo caso bisognerebbe proprio avere chi occhi foderati di prosciutto per non vedere che tante forze militariste (da alcuni stati chiave fino all’ultimo militante) si stanno via via coalizzando contro l’Occidente…
Chi vivrà, vedrà – non c’è dubbio.
Ma è chiaro che anche la cultura – ed in particolare la scienza sociale – non è esente da responsabilità in proposito. Soprattutto quella parte maggioritaria che per tutto il dopoguerra non ha saputo conquistare cuori e menti di popoli sconfinati. Certo: contemporaneamente un’altra parte di quella cultura ha svolto invece un ruolo critico, talvolta preveggente, che avrebbe meritato ben altra fortuna. E’ ad essa che Nicoletta ed io, a nome del nostro mezzogiorno-mezzomondo e dell’harmonic innovation group intendiamo rivolgerci per sostenere l’esigenza di un’auto-sovversione collettiva che spinga tutti coloro (che ne sentono l’esigenza) a metter le mani in pasta in un nuovo movimento per la democrazia e lo sviluppo.
E’ così: abbiamo bisogno di una grande svolta intellettuale e di comportamento; di un’energia prorompente che essa potrebbe sprigionare – per utilizzare urbi et orbi, nell’interesse del genere umano, il meglio della nostra cultura teorico-pratica…
Luca (prosegue)