Bollettino n 2.3 Ma il mondo va di fretta!

Bollettino n 2.3 Ma il mondo va di fretta!

Ma il mondo va di fretta!

A Boston, cari amici, viviamo un paradosso quotidiano.

Da un lato, come vi dicevo, approfittiamo di una vita calma, riflessiva, studiosa; dall’altro non possiamo fare a meno di accorgerci che il mondo va di fretta.

Bella scoperta, basta pensare alle tecnologie!

Eppure, un anno dopo l’altro, il cambiamento ci fa impressione…

Ad esempio, vi ricordate il famoso “vado a fare shopping” all’americana?

Bene, qui non c’è quasi più!

Capisco così i tanti turisti che sotto casa a Roma si avventano con trasporto a far visita ai cento negozietti (sbucati dal nulla proprio per loro).

Sono malati di nostalgia.

Qui le famose “Mall” sono ormai irriconoscibili.

E’ rimasto Amazon (tanto che l’androne in fondo alle scale è eternamente occupato da pacconi, pacchini e pacchetti).

E se siete abituati a stropicciare ciò che intendete comprare?

E se l’acquisto on line non vi diverte?

Beh… potete fare come noi: esiste pur sempre l’Esercito della Salvezza dei quartieri popolari…

Scendendo al Logan Airport ci siamo subito accorti che il prezzo dei taxi era stato “calmierato”… dal mercato.

Quando eravamo più giovani andavamo in bicicletta (o in autobus) a fare la spesa a Sommerville (dove tutto costa molto meno). Ma oggi ci permettiamo il lusso di Uber…

E poi c’è l’alloggio. Tutti ci dicono che siamo fortunatissimi ad avere un pied-à-terre in posizione strategica.

Peccato che resti spesso chiuso, perché il nostro giro non se ne rende conto neppure…

Si lavora da casa (interconnessi certo, ma di persona ci si incontra molto meno).

Gli uffici sono vuoti.

I famosi grattaceli, occupati al 20%, fanno pena.

Vuol dire che i palazzinari (pardon, grattacelari) non ritengono conveniente riadattarli, oppure che non hanno ancora deciso cosa farne.

Nello stesso tempo però la domanda effettiva per abitazioni esiste (e ovviamente quelle sociali e dei nuovi immigrati sono molte di più).

Conseguenza, dove l’una e le altre si addensano, come a New York e a San Francisco, i prezzi balzano in alto, gli homeless crescono, e un boom edilizio privato-pubblico piuttosto peculiare prende l’aire…

Infine una sorpresa. Harvard, l’università più famosa, grande e ricca, è dilaniata dalla guerra medio-orientale. Ma invece di chiuderci le porte in faccia come era accaduto l’anno scorso, ce le ha spalancate mettendoci a disposizione le open stacks di 8 milioni di volumi… Supponiamo che ci sia lo zampino di un amico, un famoso storico nominato bibliotecario…

Ad ogni buon conto, quest’anno siamo visiting della concorrenza…

Ed anche al Boston College abbiamo cominciato a cantare la nostra canzoncina sui rapporti tra cultura e business e sugli americani/italiani con il nostro Mezzogiorno.

 Incuriosisce. Interessa…

Buon segno!

Luca u nannu

(prosegue)